NO : quando la cura è peggiore della malattia ovvero la strada per l’inferno è lastricata di buone intenzioni .
Sono ormai tanti mesi che lo Snals con gli altri sindacati denuncia la grave situazione di insufficienza di personale ATA nelle scuole soprattutto dopo l’eliminazione del cosi detto organico Covid che aveva messo a disposizione delle scuole personale oltre quello previsto in organico normale soprattutto nella figura dei collaboratori scolastici. Purtroppo le proteste dei sindacati sono rimaste finora inascoltate e le scuole vivono in grande difficoltà per assicurare la sorveglianza e la sicurezza ordinaria all’interno degli edifici. Quella appena descritta possiamo definirla una patologia di cui soffre in questo periodo la scuola. La cura : aumentare il personale e fin qui siamo tutti d’accordo. Ma è sul come reclutare il personale in più che se voci di corridoio dovessero concretizzarsi non saremo sicuramente più d’accordo o certamente non sarà d’accordo lo Snals che già da ora grida a gran voce il suo NO.
Qual è la cura su cui non saremo mai d’accordo? Reclutare il personale mancante nel caso in questione i collaboratori scolastici con sistemi e metodi diversi dall’assunzione dalle graduatorie esistenti .E se vi state chiedendo come sarebbe possibile vi illustro il meccanismo che parte da lontano e su cui non si esprime alcuna valutazione politica chiariamo subito. Qualche anno fa è stato introdotto in Italia l’istituto del reddito di cittadinanza. La normativa prevede che i comuni da soli o in associazione con altri enti possono impegnare i titolari di reddito di cittadinanza in progetti utili alla collettività (PUC).Cosa sono i PUC? La normativa così recita:
Nell’ambito dei Patti per il lavoro e/o per l’inclusione sociale, i beneficiari Rdc sono tenuti a svolgere Progetti Utili alla collettività (PUC) nel comune di residenza per almeno 8 ore settimanali, aumentabili fino a 16.
I Comuni sono responsabili dei PUC e li possono attuare in collaborazione con altri soggetti.
Oltre a un obbligo, i PUC rappresentano un’occasione di inclusione e crescita per i beneficiari e per la collettività:
- per i beneficiari, perché i progetti saranno strutturati in coerenza con le competenze professionali del beneficiario, con quelle acquisite anche in altri contesti ed in base agli interessi e alle propensioni emerse nel corso dei colloqui sostenuti presso il Centro per l’impiego o presso il Servizio sociale del Comune;
- per la collettività, perché i PUC dovranno essere individuati a partire dai bisogni e dalle esigenze della comunità locale e dovranno intendersi come complementari, a supporto e integrazione rispetto alle attività ordinariamente svolte dai Comuni e dagli Enti pubblici coinvolti.
Le attività messe in campo nell’ambito dei PUC dovranno rispondere ad uno specifico obiettivo da raggiungere in un intervallo di tempo definito, attraverso la messa in campo di risorse umane e finanziarie. Il progetto potrà riguardare sia una nuova attività sia il potenziamento di un’attività esistente, ma in nessun caso le attività in esso svolte potranno essere sostitutive di quelle ordinarie né saranno in alcun modo assimilabili ad attività di lavoro subordinato o parasubordinato o autonomo.I progetti sono a titolarità dei Comuni, ferma restando la possibilità di svolgerli in gestione associata. In ogni caso i beneficiari sono tenuti a partecipare ai progetti attuati nel loro comune di residenza. I Comuni, singoli o associati e raccordandosi a livello di Ambito Territoriale, sono responsabili dell’approvazione, attuazione, coordinamento e monitoraggio dei progetti posti in essere, anche con l’apporto di altri Soggetti Pubblici e del Privato Sociale.
È auspicabile il coinvolgimento degli Enti di Terzo Settore mediante una procedura pubblica per la definizione dei soggetti partner e l’approvazione di specifico accordo e dei progetti presentati, nel rispetto dei principi di trasparenza, imparzialità, partecipazione e parità di trattamento.
In via generale, i progetti potranno essere proposti e attuati anche da altri Enti pubblici, partner del Comune. I progetti potranno essere attuati nei seguenti ambiti:
culturale sociale artistico ambientale formativo tutela beni comuni
Sono tenuti ad offrire la propria disponibilità allo svolgimento delle attività nell’ambito dei Progetti utili alla collettività i beneficiari del Reddito di Cittadinanza che abbiano sottoscritto un Patto per il Lavoro o un Patto per l’Inclusione Sociale. La concreta declinazione delle procedure, fermo restando il rispetto dei principi in materia di trasparenza e sul procedimento amministrativo, indicati nell’Allegato I al DM 22 ottobre 2019 (II. Chi organizza i PUC – Possibile coinvolgimento di altri Soggetti), è rimessa alla discrezionalità degli enti titolari di Progetto, tenuto conto anche dell’eventuale disciplina regionale, generale e settoriale, applicabile ai PUC e delle eventuali previsioni di interesse, contenute nei regolamenti degli enti medesimi.
Tutto chiaro vero? Però siamo italiani popolo di santi poeti navigatori artisti e gli artisti si sa sono creativi per definizione perciò rumors dicono che qualche amministrazione comunale stia esercitando questa creatività e stia contattando le scuole offrendo loro personale aggiuntivo messo a disposizione con progetti PUC quando la normativa precisa che le attività previste dai PUC devono ESSERE COMPLEMENTARI ED INTEGRATIVE DELLE ATTIVITA’ ORDINARIE E SOPRATTUTTO “ non POSSONO prevedere il coinvolgimento dei beneficiari in lavori e/o servizi in sostituzione di personale dipendente, assente a causa di malattia, congedi parentali, ferie ed altro o per sopperire a temporanee esigenze di organico in determinati periodi di particolare intensità di lavoro”
Di solito dopo il tuono arriva la pioggia e se i rumors di cui stiamo parlando sono i tuoni non vogliamo e non possiamo come sindacato aspettare che arrivi la pioggia perciò da subito diciamo NO a questo utilizzo dei PUC , vigileremo attentamente sul fenomeno se dovesse concretizzarsi e abbiamo già chiesto all’ufficio legale di esaminare tutta la questione. Perché se dovesse piovere il sindacato offrirà l’ombrello a tutti gli aspiranti lavoratori della scuola che hanno rispettato le regole, si sono inseriti nelle graduatorie e sono in paziente attesa di una convocazione. Perché questo è quello che fa da sempre lo Snals : difende i diritti dei lavoratori della scuola. La collaboratrice scolastica che a Brindisi è stata chiamata in servizio dopo 37 anni in graduatoria se come regola di vita può insegnare che tutto arriva per chi sa aspettare per lo Snals è solo l’ennesima prova che il sistema di reclutamento và cambiato al più presto non è più procrastinabile , non si possono gestire gli organici ata con regole vecchie di 20 anni . Il ministro dica solo dove e quando e lo Snals ci sarà .