Vito Masciale
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Docenti,formatori di coscienze

 

L’anno scolastico appena concluso ha visto le cronache ricche come non mai di episodi di violenza fra le mura scolastiche. Una quarantina di questi tristi episodi si sono distribuiti dal nord al sud del paese nel corso di quest’ultimo anno scolastico. Una ventina hanno avuto per protagonisti negativi i genitori, altri episodi hanno visto attori principali alunni singoli o gruppi di alunni. Episodi  tutti tristemente accummunati da forme di violenza fisica che si sono abbattuti su docenti costretti a  ricorrere a cure mediche presso gli ospedali.

E’ purtroppo innegabile che negli ambienti scolastici  stia prendendo piede  il malcostume di offendere gratuitamente  il docente che in classe svolge un compito  delicatissimo e difficilissimo, che la società attuale non gli riconosce più; non ha più prestigio sociale come categoria ma spesso anzi viene deriso,oltraggiato,insultato.

Un tempo il docente  era considerato un trasmettitore delle nozioni da apprendere, fonte quasi unica del sapere, ora, invece sembra messo in un angolo schiacciato da tante altre pseudo forme di  apprendimento che soprattutto la nuova tecnologia diffonde e deve essere quasi un prestigiatore per  attirare  la mente degli alunni alle conoscenze. Ed invece oggi più che mai,in una società in perenne trasformazione strutturale e culturale e che vive una sorta di crollo dei fondamentali valori etici ed è alquanto afflitta dal facile consumismo e dal rischioso edonismo,la domanda di istruzione e di formazione si pone ancor più in maniera pressante ed urgente.

L’educazione pertanto si pone come assidua ricerca di azioni atte a risvegliare i valori emergenti della persona,favorendone lo sviluppo spontaneo della personalità e acquisizione di autonomia e coscienza sulla base di un nucleo di identità e di originalità per esprimere compiutamente se stesso. Per questo motivo il docente avverte un profondo senso di responsabilità nel processo di valorizzazione e formazione di ciascun alunno,che in fondo è portatore di un sostanziale diritto e dovere educativo che gli consente una partecipazione cosciente e responsabile alla vita  democratica e civile del proprio Paese. Non più il docente che dà semplici”informazioni”ma il docente che si fa formatore di cosci4enze e costruttore attivo di conoscenza.

In quanto educatore, egli è chiamato a promuovere “ la formazione integrale dell’uomo” che comprende lo sviluppo di tutte le facoltà dell’alunno,la sua preparazione alla vita professionale,la formazione del suo senso etico e sociale. Risulta chiaro,quindi,che un buon insegnante,oggi, è colui che sa coniugare attività di progettazione e motivazione, e che per conseguire dei buoni risultati di apprendimento non potrà mai derogare al compito di reggere il “ governo” della classe,come il buon timoniere regge il timone della nave nel solcare il mare specie se tempestoso.

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È necessario quindi  ricordare che il docente quando svolge il suo ruolo è un  pubblico ufficiale.

La definizione di “pubblico ufficiale” (cfr. art.357 del c.p. comma 1) che recita testualmente: “Agli effetti della legge penale sono pubblici ufficiali coloro i quali esercitano una pubblica funzione legislativa, giudiziaria o amministrativa. Quindi tutti coloro che svolgono un lavoro nella Pubblica Amministrazione sono considerati “pubblici ufficiali” e l’offesa arrecata loro è perseguibile penalmente anche con la reclusione. Infatti l’art. 341 bis del c. p. precisa che “Chiunque, in luogo pubblico o aperto al pubblico e in presenza di più persone offende l’onore e il prestigio di un pubblico ufficiale mentre compie un atto d’ufficio ed a causa o nell’ esercizio delle sue funzioni è punito con la reclusione fino a tre anni”perché commette il reato di oltraggio a pubblico ufficiale .

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Il fatto che il docente, nell’esercizio delle proprie funzioni, sia pubblico ufficiale, è oramai concetto ben consolidato dal punto di vista della giurisprudenza e della magistratura , ma oggi spesso si tende a dimenticarlo, a non comprendere la gravità di alcuni comportamenti che vengono esercitati nei confronti dei docenti. Forse  questo è attribuibile al convincimento diffuso che alla scuola e agli operatori scolastici spetti il preminente ruolo di educazione  e formazione  di genitori ed alunni, i quali alla fine,in mancanza di una certezza della pena,si sentono quasi in diritto di offendere gratuitamente il docente, dal momento che  in lui prevale la nobiltà d’animo di chi svolge un compito fondamentale per le generazioni future con passione impegno costanza e nel silenzio..

Ma se il MIUR vuole accrescere il prestigio e l’onorabilità del docente non potrà derogare all’impegno e all’obbligo morale di  difenderlo e sostenerlo nei vari attacchi inconsulti alla sua persona . Sarebbe il caso, in vista del rinnovo della  del Contratto della Scuola, che venga  rimarcata  la funzione di “pubblico ufficiale” del docente facendolo diventare un assunto giurisprudenziale riconosciuto contrattualmente a livello nazionale.