Saranno 587 i posti messi a concorso, le regioni escluse sono Molise e Basilicata. Di seguito la suddivisione per regioni .

 

 

In più occasioni recentemente il Ministro dell’Istruzione e del Merito si è soffermato particolarmente sulla valorizzazione della funzione docente e, considerata l’importanza della formazione in servizio degli insegnanti, ha riconfermato il proposito di introdurre un incentivo economico per chi si aggiorna cercando una soluzione  d’intesa  con i sindacati per un riconoscimento economico nei confronti dei docenti che partecipano a iniziative formative in servizio.

Secondo il ministro , un beneficio economico può costituire un elemento di maggiore motivazione per i docenti, con una ricaduta positiva sulla qualità dell’insegnamento, a tutto vantaggio degli alunni.

Il proposito del ministro probabilmente è conseguente anche alla modifica significativa introdotta recentemente nel CCNL 2019-21, in base alla quale l’aggiornamento è stato inserito all’interno dell’orario di servizio dei docenti.

 

Il CCNL 2016-2018 non aveva formalmente recepito il dettato della legge 107/2015, Buona Scuola, che al comma 124 dispone che “Nell’ambito degli adempimenti connessi alla funzione docente, la formazione in servizio dei docenti di ruolo è obbligatoria, permanente e strutturale”.

Era in vigore , quindi, l’art. 64 del CCNL 2006-2009 che prevedeva: “La partecipazione ad attività di formazione e di aggiornamento costituisce un diritto per il personale in quanto funzionale alla piena realizzazione e allo sviluppo delle proprie professionalità. Le iniziative formative, ordinariamente, si svolgono fuori dell’orario di insegnamento”.

Il nuovo CCNL 2019-21, all’art. 36, nel disporre l’abrogazione di quella vecchia disposizione, prevede  che :(comma 4) “La formazione continua costituisce un diritto ed un dovere per il personale scolastico”  (comma 5) “al fine di evitare oneri di sostituzione del personale assente per partecipare ad attività formative, i corsi di formazione organizzati dall’amministrazione a livello centrale o periferico o dalle istituzioni scolastiche avvengono, di norma, durante l’orario di servizio e fuori dell’orario di insegnamento”.

Per il personale docente, (comma 7) “Le ore di formazione ulteriori rispetto a quelle di cui all’art. 44, comma 4 (Attività funzionali all’insegnamento) sono remunerate con compensi, anche forfettari stabiliti in contrattazione integrativa.

” Fermo restando che le ore di cui alle lettere a) e b) del comma 3 sono prioritariamente destinate alle attività collegiali ivi indicate, le ore non utilizzate a tal fine sono destinate, nei limiti di cui alle lett. a) e b), alle attività di formazione programmate annualmente dal collegio docenti con il PTOF”.

Le ore di cui alla lettera a) sono le 40 annue per riunioni dei collegi dei docenti, compresa la programmazione di inizio anno e la verifica finale, e per incontri con i genitori sulle risultanze degli scrutini intermedi e finali; le ore di cui alla lettera b) sono quelle riservate ai consigli di classe fino ad un massimo di 40 ore annue.

Evidentemente, dopo quegli obblighi di servizio per le attività funzionali all’insegnamento, di ore per una formazione  ne potrebbero rimanere poche. E tutte le altre ore di formazione necessarie, tra cui le tantissime previste dal PNRR, piuttosto che quelle che verranno concertate dalla nuova Scuola di Alta formazione del MIM, e così via? A quali condizioni verranno svolte?

Il contratto prevede che siano remunerate  e gli annunci del ministro Valditara sono in tal senso . Ma ci saranno risorse finanziarie adeguate? Altrimenti il principio previsto dalla legge (la formazione in servizio è “obbligatoria, permanente e strutturale”) verrebbe disatteso.

personale ata

 

Con  uno stanziamento di 50 milioni di euro il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha autorizzato le scuole a stipulare nuovi contratti a partire dal 16 ottobre fino a fine anno. Ogni scuola italiana potrà disporre di un’unità aggiuntiva di personale Ata, per un totale di 2.948 assistenti tecnici e amministrativi e 4.235 collaboratori scolastici

Per le scuole  del Sud Italia, il Ministro Valditara ha firmato un ulteriore decreto che prevede la ripartizione di 12 milioni di euro a 1.828 scuole del Mezzogiorno ricomprese nell’Agenda Sud. I fondi consentiranno di attivare incarichi temporanei aggiuntivi dal 1 novembre fino alla fine del 2023 per l’assunzione di 355 assistenti amministrativi e tecnici e 1.473 collaboratori scolastici.

 

 

Pubblicata la nota con i termini e le modalità di presentazione delle domande di partecipazione dei candidati interni ed esterni all’esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione per l’anno scolastico 2023/2024.

Quando:

Candidati interni

Studenti dell’ultima classe (termine presentazione domande: 30 novembre 2023)

Studenti della penultima classe – abbreviazione per merito (termine presentazione domande: 31 gennaio 2024)

Candidati esterni (presentazione domande: 2 novembre 2023 – 30 novembre 2023)

 

Come:

I candidati interni presentano domanda di ammissione all’ esame di Stato al dirigente  dell’istituzione scolastica da essi frequentata.

I candidati esterni presentano domanda di ammissione all’esame di Stato all’Ufficio scolastico regionale territorialmente competente, attraverso la procedura informatizzata, disponibile nell’area dedicata al servizio, predisposta nel portale del Ministero dell’istruzione e del merito corredandola, ove richiesto, delle apposite dichiarazioni sostitutive.

L’accesso alla predetta procedura informatizzata e l’abilitazione al servizio avviene, a partire dal 2 novembre 2023, tramite utenza SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale)/CIE (Carta di identità elettronica)/e IDAS(electronic IDentification Authentication and Signature). Nel caso in cui il candidato sia minorenne, l’accesso alla procedura è effettuato dal genitore o da chi esercita la responsabilità genitoriale.

I candidati esterni residenti all’estero possono presentare domanda a un Ufficio scolastico regionale da loro stessi prescelto, fermo restando che l’attribuzione a una delle istituzioni scolastiche del territorio regionale è effettuata secondo i criteri indicati nella nota ministeriale .

I candidati esterni possono indicare nell’istanza di partecipazione al massimo tre opzioni riferite alle istituzioni scolastiche presso le quali intendono sostenere l’esame. Tali opzioni non sono vincolanti per gli Usr che verificano l’omogeneità nella distribuzione territoriale.

 

Eventuali domande tardive dei candidati esterni possono essere prese in considerazione dagli Uffici scolastici regionali, limitatamente a casi di gravi e documentati motivi che ne giustifichino il ritardo, se pervenute entro il termine del 31 gennaio 2024. Gli studenti che si ritirano dalle lezioni prima del 15 marzo 2024 possono presentare l’istanza di partecipazione in qualità di candidati esterni entro il 21 marzo 2024.

 

Gli Uffici scolastici regionali danno immediata comunicazione agli interessati dell’accettazione o meno della loro domanda e, in caso positivo, dell’istituto cui sono stati assegnati.

 

Beneficiari della proroga del termine al 31 gennaio 2024, stabilito per le domande tardive dei candidati esterni, sono anche i candidati interni nelle medesime condizioni, con l’avvertenza che questi ultimi presentano domanda al dirigente scolastico. Si precisa, altresì, che il suddetto termine è di natura ordinatoria e che i candidati interni hanno comunque titolo a sostenere gli esami, qualora siano stati ammessi in sede di scrutinio finale.

Le domande di partecipazione all’esame di Stato dei candidati detenuti sono presentate al competente Ufficio scolastico regionale, per il tramite del Direttore della Casa circondariale, con il nulla osta del Direttore medesimo.

Gli esami di Maturità inizieranno il 19 giugno 2024 con la prima prova scritta

 

Con una nota  alle segreterie scolastiche,  il Ministero dell’istruzione e del merito ha comunicato l’assegnazione delle risorse per i docenti tutor e orientatori, le nuove figure che debuttano da questo anno scolastico.

 

“Ad integrazione delle risorse assegnate con la circolare del Programma annuale, prot. n. 25954 del 29 settembre 2023 – il Ministero comunica – l’assegnazione, sul capitolo 2549 – piano gestionale 5, del Punto Ordinante di Spesa (POS) di codesta istituzione scolastica, della risorsa finanziaria pari a euro 000,00”.

 

L’importo assegnato è al lordo dipendente, cioè al netto dei contributi previdenziali ed assistenziali a carico dello Stato e dell’IRAP. Tali oneri riflessi, infatti, saranno liquidati direttamente dal MEF- NoiPA sui pertinenti capitoli e piani gestionali del bilancio del Ministero dell’Istruzione e del merito.

 

Nella nota si ricorda che l’emolumento riconosciuto ai docenti tutor/orientatore ha natura accessoria e che, come indicato nella nota prot. 958 del 5 aprile 2023, “l’istituzione scolastica, in sede di contrattazione integrativa, definisce i criteri di utilizzo delle risorse finanziarie assegnate, nonché la determinazione della misura dei compensi, avuto riguardo alle peculiarità organizzative ed allo specifico contesto di riferimento, per remunerare le attività dei tutor e degli orientatori nell’anno scolastico 2023/2024. In particolare, dovrà essere garantita la presenza di un orientatore in ciascuna istituzione scolastica, a cui riconoscere un compenso compreso tra un valore minimo pari a 1.500 euro lordo Stato e un valore massimo pari a 2.000 euro lordo Stato e di un tutor per ciascun raggruppamento di studenti prevedendo un compenso compreso tra un valore minimo pari a 2.850 euro lordo Stato e un valore massimo pari a 4.750 euro lordo Stato. Al fine di favorire un’applicazione efficace della misura, si ritiene che ciascuna Istituzione scolastica possa, orientativamente, individuare un tutor per raggruppamenti costituiti da un minimo di 30 studenti fino ad un massimo di 50 studenti”.

 

 

Le risorse assegnate sul POS sono da considerarsi lordo dipendente, in quanto, come previsto dall’art.4 del DM n. 63 del 5 aprile 2023, l’emolumento riconosciuto ai docenti tutor e orientatori ha natura accessoria, e in quanto tale esso andrà corrisposto nel cosiddetto “Cedolino Unico”, in base a quanto predisposto dalla Legge n. 191 del 23 dicembre 2009.

 

 

Il docente tutor e il docente orientatore  stanno per entrare nelle classi del secondo biennio e ultimo anno delle scuole secondarie di secondo grado . Già predisposte le nomine dei docenti iscritti  ad aprile e che hanno svolto la formazione specifica in estate, con l’attribuzione dei gruppi di studenti. Sarà invece la contrattazione di istituto a stabilire il compenso, all’interno del range stabilito dal Ministero.

Le candidature sono state accolte nel rispetto dei criteri del D.M. 5 aprile 2023, n. 63 e alla Nota prot. n. 958 del 5 aprile 2023.

Per i docenti iscritti è stato avviato il percorso di formazione OrientaMenti, organizzato dall’INDIRE, nei confronti dei docenti delle scuole statali e paritarie.

 

Ricordiamo brevemente i compiti delle due nuove figure  :

Il docente con funzioni di tutor ha in particolare il compito di supportare le studentesse e gli studenti assegnati nella predisposizione dell’E-Portfolio e  nell’effettuare scelte consapevoli, con la valorizzazione dei talenti personali e delle competenze sviluppate attraverso un dialogo costante, in particolare nei momenti di passaggio, avvalendosi del supporto della figura del docente orientatore nominato nell’istituto.

Il docente orientatore ha il compito di gestire, raffinare e integrare i dati territoriali e nazionali e le informazioni disponibili nella sezione Guida alla scelta con quelli specifici raccolti nei differenti contesti territoriali ed economici e di metterli a disposizione delle famiglie e dei docenti tutor.

Terminata l’attività di formazione, nel rispetto delle prerogative degli organi collegiali, il dirigente scolastico procede alla nomina dei docenti tutor (con la contestuale assegnazione del raggruppamento degli studenti individuato a livello di singola scuola) e del docente orientatore per l’anno scolastico 2023/2024 tra i docenti che abbiano positivamente concluso la formazione propedeutica.

La determinazione della misura dei compensi sono oggetto della contrattazione di istituto, avuto riguardo alle peculiarità organizzative ed allo specifico contesto di riferimento.

Per quei docenti che volessero ancora partecipare al corso il MIM informa:

“Nel caso in cui, ad inizio anno scolastico, subentrasse la necessità di far accedere alla formazione propedeutica alla nomina altri docenti resisi nel frattempo disponibili a svolgere il ruolo di docente tutor/docente orientatore, si comunica che a seguito di iscrizione dei docenti alla piattaforma “Futura PNRR – Gestione Progetti”, secondo le modalità indicate nella Nota prot. n. 958 del 5 aprile 2023, entro il 16 ottobre 2023, sarà possibile fruire del percorso di formazione, da concludere entro il 20 novembre 2023.”

Successivamente tutti i docenti interessati, in particolare i docenti della scuola secondaria di primo grado e del primo biennio della scuola secondaria di secondo grado, su richiesta, previa iscrizione alla piattaforma “Futura PNRR – Gestione Progetti” secondo le modalità indicate sopra, potranno accedere al percorso di formazione OrientaMenti, organizzato dall’INDIRE

 

Oggi, presso il Ministero dell’Istruzione e del Merito, c’è stata la presentazione, riservata alle OO.SS. del comparto e dell’area “istruzione e ricerca”, della Piattaforma “UNICA”.

Il dottor Jacopo Greco capo dipartimento per le risorse umane e finanziarie che rappresentava   l’Amministrazione, ha illustrato le principali novità del portale, le finalità istituzionali e le tempistiche per la sua attivazione e successiva implementazione. Ha evidenziato  la sinergia tra i due dipartimenti del Ministero proprio in considerazione della natura dello strumento che ha lo scopo di  rapportarsi con gli studenti e con le loro famiglie fornendo loro informazioni su ogni servizio finalizzato a valorizzare il merito e le inclinazioni naturali degli studenti.

La Piattaforma, denominata “UNICA”, attiva dall’11 ottobre 2023, si inserisce nel quadro delle semplificazioni di cui alla direttiva del Ministro n. 73/2023.  Alle istituzioni scolastiche verrà inviata a breve una nota per fornire indicazioni operative che renderanno da subito accessibile il portale alle famiglie e agli studenti. Inoltre, mercoledì 11 ottobre il Ministero realizzerà un webinar destinato ai dirigenti scolastici.

“UNICA” è organizzata su tre macroambiti:

Orientamento (contenente le sezioni dedicate all’e-portfolio, al docente tutor, alla guida alla scelta e alle iscrizioni)

Vivere la scuola (che riporta i link alle iniziative del Ministero in essere e future)

Strumenti (per la semplificazione della vita delle famiglie con servizi digitali innovativi.)

Tra i contenuti pubblici, inserita all’interno della sezione Orientamento, è già disponibile una guida alla scelta che contempla tutta la linea dei percorsi di istruzione e formazione. Un altro accesso consente di entrare nell’area dedicata alle iscrizioni on line, con link diretti a Scuola in Chiaro e alla modulistica utile per perfezionarne la procedura.

La piattaforma prevede homepage differenti secondo il profilo di accesso (studenti, famiglie, docenti, dirigenti), la possibilità di navigare al suo interno in lingua inglese e una sezione che rimanda a statistiche sui percorsi di studio e sull’accesso al mondo del lavoro costantemente implementate.

L’Amministrazione ha comunicato che “UNICA” sarà utilizzabile per le iscrizioni per l’anno scolastico 2024/2025. Quelle per la scuola dell’infanzia invece  a partire dall’anno scolastico 2025/2026.

Inoltre  il dottor Greco ha annunciato che:

– saranno riaperte le funzioni per formare ulteriori docenti come tutor ed orientatori e  la  nuova nota ministeriale, di imminente pubblicazione, fornirà chiarimenti su molte delle criticità rilevate.

– con apposito decreto sarà adottato un nuovo modello unico per la certificazione delle competenze allineato a quelle europee del 2018

-che   senza determinare ulteriori incombenze per le scuole saranno attivate  procedure che rendano automatici i flussi dei dati, venendo così incontro alle esigenze dei dirigenti scolastici, degli uffici e dei docenti.

 

A breve,  ci sarà  un nuovo incontro  con le OOSS sulle procedure di semplificazione e sulla concreta operatività della piattaforma

Carta docenti anche per i precari
Tutti i docenti precari che abbiano svolto servizio, anche se con contratti brevI che sommati sono durati 180 giorni ad anno scolastico, hanno diritto al bonus per la formazione (cd. Carta docenti) pari ad euro 500.00 per ciascun anno di servizio a far data dall’anno 2015/2016
Questo hanno stabilito le numerose sentenze dei diversi Tribunali del lavoro .
Pertanto tutti docenti precari hanno la possibilità di rivolgersi al Giudice del Lavoro, per rivendicare la corresponsione del bonus di 500.00 euro per ciascun anno di servizio.
Ricordiamo a tutti gli iscritti Snals che tutte le segreterie territoriali sono a disposizione per assisterli nella presentazione del ricorso GRATUITO .

Vito Masciale

Di prepotenza è tornato l’argomento violenza nelle scuole sulle pagine di cronaca dei quotidiani. Il segretario Snals Vito Masciale ha espresso il suo pensiero sull’argomento:

“La campanella ha appena ricominciato a suonare, alunni e docenti solo da pochi giorni hanno avuto il piacere di rincontrarsi in aula e mentre la politica regionale ragiona e propone ipotesi sul futuro assetto territoriale degli istituti ecco che arriva come un fulmine a ciel sereno la prima notizia di un atto di violenza a scuola.” Comincia così il segretario Masciale e prosegue: Triste primato che spetta ad una scuola della nostra città metropolitana. E mentre la stampa locale arricchiva di nuovi dettagli l’accaduto e informava l’opinione pubblica che lunedì 2 ottobre il consiglio di classe avrebbe deciso  in merito all’accaduto ed il docente vittima dichiarava che non avrebbe sporto denuncia ecco che altri due episodi di violenza si verificano nelle scuole del nostro bel paese: una mamma  che sputa addosso alla docente che aveva sottolineato il ritardo con cui era andata a riprendere la figlia da scuola, dei ragazzi che all’uscita da scuola picchiano la compagna che non ha passato i compiti . E’ una scuola specchio dei tempi: viviamo in una società dove la violenza è multiforme pane quotidiano ma non per questo la scuola si può arrendere e rinunciare al suo compito principale: educare e formare le generazioni future. “Innanzi tutto, la nostra solidarietà al docente vittima degli alunni, alla docente vittima della madre, alla ragazza vittima dei compagni di classe “ribadisce Vito Masciale ma il nostro stato d’animo non si può fermare a questo: lasciamo agli psicologici dell’età evolutiva l’analisi dei comportamenti ed i loro moventi e chiediamoci cosa possiamo fare anzi cosa dobbiamo fare? Aspettare che qualche adolescente più impulsivo e forse più infelice degli altri vada a scuola armato magari di coltello e faccia una strage? Non possiamo stare ad aspettare dobbiamo tutelare la sacralità della sicurezza a scuola” afferma il segretario Masciale: quella di chi ci lavora DOCENTI, ATA e DS, quella di chi la frequenta alunni, quella delle famiglie che ci affidano i loro figli. Certo rigore e disciplina servono ma solo reprimere e punire non risolve: inasprire le regole, bocciare col sei in condotta funzionano da deterrente ma fino ad un certo punto. La sospensione che allontana i ragazzi da scuola sia che li lasci a casa sia che li destini a compiere lavori socialmente utili al giorno d’oggi non è più una punizione vera e propria di isolamento dalla comunità scolastica. La scuola deve prevenire e può farlo facendo la scuola quella che educa che forma che informa. L’età dei ragazzi con comportamenti da bulli si abbassa sempre più per ora solo gli alunni delle scuole elementari ne sono esenti. Nel passaggio alla scuola media quando il controllo da parte delle famiglie comincia ad allentarsi, si registrano i primi episodi  di bullismo e prevaricazione, e in questa fase delicata che evidentemente un ora a settimana di cittadinanza attiva o educazione civica che dir si voglia, evidentemente non basta per educare al rispetto dell’altro e delle regole del vivere civile.  Una proposta conclude Vito Masciale: e se introducessimo l’insegnamento del diritto già dalla scuola media? Non sono certo i laureati con un titolo di studio che consenta l’accesso all’insegnamento del diritto, A046, che mancano nelle graduatorie provinciali e delle scuole. Ma non un‘ora a settimana almeno tre ore a settimana. Se giustamente si introduce l’educazione motoria nella scuola primaria perché no il diritto nella scuola media e nei licei?