“Le affermazioni dell’assessore regionale all’istruzione  riportano in primo piano se mai l’opinione pubblica l’avesse temporaneamente rimosso il grande problema del dimensionamento scolastico che porterà a riduzione dolorose del numero delle istituzioni scolastiche anche in Puglia.” Comincia così il commento del segretario Snals Vito Masciale a quanto dichiarato dall’assessore Leo.” Il  testo approvato dal governo Meloni nella Legge di Bilancio 2023 all’art.99  prevede che il numero   di studenti da assegnare a ciascun istituto, passerà da 600 a 900 circa. “Ne deriva  dice il prof. Masciale “che verranno realizzati accorpamenti degli istituti e anche se gli alunni dovessero continuare a frequentare nei soliti plessi   è indubbio che la qualità della scuola italiana peggiorerà .  Per l’aspetto didattico    non posso fare a meno di pensare al disagio di  docenti con cattedre orarie all’interno di una stessa istituzione ma in plessi distanti un bel po’ di chilometri e per l’aspetto organizzativo gestionale penso a  dsga e ds   che  si troveranno a gestire situazioni  a distanza con difficoltà di intervento in casi di urgenza   e per i quali i posti di lavoro diminuiranno in conseguenza dei tagli  proprio mentre il MIM si accinge a varare nuovi concorsi per questi ruoli. Peggiorerà un servizio essenziale “ continua il segretario Masciale “ che lo Stato è tenuto ad erogare a tutti i cittadini disattendendo quanto  previsto dalla Carta Costituzionale che fa carico allo Stato di eliminare gli ostacoli che si frappongono a che tutti i cittadini possano accedere all’istruzione  in ugual maniera . Il  Mim come previsto entro il 15 aprile ha trasmesso il decreto alla Conferenza stato regione dove deve essere trovato un accordo entro il 30 maggio in caso di assenza di accordo il MiM procederà ad emettere un decreto d’accordo col Mef entro il 30 giugno per definire l’organico dei ds e dei dsga. Dopo di che entro il 30 novembre le regioni individueranno in maniera autonoma quali scuole sopprimere e quali mantenere in vita. “ I tempi sono chiari e il governo è impegnato a rispettare le scadenze previste anche questo ci ha spinti ad organizzare a Bari un evento il 15 maggio al kursaal Santa Lucia “ LA SCUOLA E’ UGUALE PER TUTTI ? Si..FORSE …ANZI NO” La scuola è interesse di tutti e lo Snals continuerà a battersi perché sia uguale per tutti davvero. Lo Snals è  pronto ad essere al fianco dell’assessore Leo per le giornate difficili di lavoro che sono in arrivo.” conclude il segretario Vito Masciale .

 

La Confsal nazionale ha voluto celebrare questa data organizzando un evento, di cui riportiamo una sintesi , dal titolo:
L’IMPEGNO COSTANTE DELLA CONFSAL PER LA SALUTE E LA SICUREZZA SUL LAVORO
Nel corso della mattinata del 27 aprile, presso l’Auditorium dell’Inail di Piazzale Giulio Pastore a Roma Eur, la Confsal si è confrontata con le forze parlamentari e le Istituzioni per illustrare la bozza di un disegno di legge a supporto delle proprie proposte in materia di salute e sicurezza sul lavoro riassunte nel “Decalogo della prevenzione partecipata” I numeri parlano e dicono che gli infortuni e le malattie professionali continuano a crescere. Il Paese soffre quotidianamente, in termini di morti e dolore, una piaga che non si riesce ancora a debellare che produce un costo annuale stimato del 6,3% del pil”.
Ha aperto i lavori il segretario generale della Confsal Margiotta (Confsal) ed ecco i punti salienti del suo intervento:
“Davanti all’Inail ci troviamo di fronte non a un’istituto, ma ad un’istituzione che si dedica alla soluzione del problema degli infortuni. Noi vogliamo che ci sia un coordinamento che sia unitario. Inail valuta il rischio di ogni attività lavorativa assegnando diversi tassi a seconda del livello di rischio “Noi – insiste – dobbiamo valorizzare il Dvr, Documento di valutazione dei rischi e i giovani devono ricordare che ogni attività ha un pericolo di cui ci si accorge quando è troppo tardi e il vero coraggio è quello di avere paura. Da una parte noi vogliamo relazionarci con l’Inail per fare proprie le iniziative e le ricerche dell’Istituto e dall’altra cercheremo di rapportarci sempre di più con le forze politiche”.
Ha poi preso la parola il presidente Inail Franco Bettoni dichiarando:
Sul Decalogo per la prevenzione partecipata della Confsal l’Inail ha manifestato piena disponibilità a mettere a disposizione le proprie competenze e i propri strumenti e a svolgere un ruolo attivo nell’elaborazione di una strategia nazionale per il contrasto del fenomeno infortunistico e delle malattie professionali che continua ad essere preoccupante .Il Decalogo della Confsal che si propone proprio questo obiettivo intervenendo sulle attività di vigilanza, formazione, informazione, supporto alle aziende, ricerca a fini prevenzionali e trasferimento dei risultati, sostegno ai modelli di organizzazione e gestione, non può non prevedere un diretto coinvolgimento dell’Istituto.L’ Inail come sempre sostiene iniziative come queste che stimolano il dibattito e sostengono la partecipazione, senza partecipazione non è possibile parlare di vera prevenzione. Proprio in tale ottica, per promuovere il confronto tra istituzioni, enti locali e parti sociali sulle strategie più efficaci da attuare per la tutela della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, voglio ricordare che l’Istituto ha voluto organizzare il ‘Forum della prevenzione’, 23 appuntamenti regionali con l’evento conclusivo a Roma nel mese di ottobre. A fare da filo conduttore alle diverse tappe è il Piano triennale per la prevenzione 2022-2024, che delinea la missione dell’Istituto in coerenza con la Strategia europea per la salute e sicurezza sul lavoro 2021-2027 e con l’Agenda Onu 2030. Il 4 maggio saremo a Venezia, il 9 a Genova, l’11 a Napoli.
Giovanni Luciano presidente dell’osservatorio sulla sicurezza Confsal ha ricordato che la Confsal, a valle di un impegno ormai pluriennale sugli aspetti della safety, ha condensato le proprie proposte in un decalogo che è stato reso pubblico a Bologna in occasione del Salone di Ambiente e Lavoro, principale Fiera nazionale della salute e della sicurezza sul lavoro, e che, aggiornato e integrato, è stato proposto al ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Marina Elvira Calderone, in occasione del primo incontro con le parti sociali convocato al Ministero il 12 gennaio 2023 ed è passato a presentarlo nel dettaglio:
1) Creare un’agenzia o polo nazionale, quale soggetto unico deputato a coordinare prevenzione e vigilanza, informazione e formazione, assistenza e consulenza in materia di salute e sicurezza sul lavoro.
2) Educare le nuove generazioni alla cultura della sicurezza inserendo nei programmi didattici della scuola secondaria ‘La salute e sicurezza del lavoro’ come disciplina scolastica obbligatoria.
3) Diffondere una ‘prevenzione partecipata’ con il coinvolgimento attivo di tutti i lavoratori, mettendo la loro partecipazione al centro dell’azione di prevenzione unitamente a tutti gli attori coinvolti nel sistema di prevenzione.
4) Promuovere la diffusione di Mog-Sgsl – Sistemi di gestione della salute e sicurezza del lavoro – incentivandone economicamente l’adozione da parte delle aziende, tramite il credito di imposta e/o l’esenzione temporanea dal contributo Inail.
5) Favorire l’instaurarsi di un rapporto di cooperazione e collaborazione tra gli organi di vigilanza dello Stato e le aziende, dando a esse la possibilità di verificare preventivamente la propria situazione effettiva sul rispetto delle norme sulla sicurezza, per poter così rimediare alle difformità rilevate.
6) Incrementare fortemente l’organico degli ispettori tecnici per la sicurezza sul lavoro in modo che la vigilanza sull’applicazione della normativa abbia anche una funzione preventiva; assumendo a tal fine migliaia di giovani qualificati con adeguata preparazione nel campo ingegneristico, tecnico e scientifico.
7) Potenziare e migliorare la formazione dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza – rls – per ridurre il disequilibrio che si riscontra nella preparazione tecnica dei RLSrispetto alle altre figure aziendali impegnate nel sistema di prevenzione e protezione.
8) Garantire qualità ed efficacia alla preparazione delle principali figure di sistema, dando applicazione sollecita e concreta alle modifiche normative previste dal decreto legislativo 146/2021 (Legge 215/2021), per realizzare i cambiamenti previsti nell’ambito della formazione.
9) Potenziare il sostegno alle iniziative di prevenzione tramite la formazione, l’informazione e la consulenza attraverso maggiori investimenti da parte dell’Inail rispetto a quelli che attualmente mette a disposizione del tessuto produttivo del Paese.
10) Incrementare le risorse per la ricerca scientifica ‘prevenzionale’ su infortuni e rischi emergenti, tramite l’Inail, le Università e gli altri enti di ricerca, assicurando che i risultati dei progetti completati vengano resi più agevolmente accessibili per il trasferimento al mondo produttivo e alle parti sociali.
Ha quindi preso la parola Walter Rizzetto presidente della commissione Lavoro della Camera dove ha presentato la proposta dell’obbligatorietà dell’introduzione dell’insegnamento del diritto del lavoro e della sicurezza nei luoghi di lavoro nelle scuole secondarie di secondo grado, perché la prevenzione parte da lì. La formazione e la diffusione della cultura del lavoro rispetto alle condizioni di sicurezza resta fondamentale.Sono d’accordo con il decalogo Confsal – ha sottolineato – non so se riusciremo a fare tutto, ma concordiamo sui dieci punti. Il collettore del Polo unico quale soggetto unico deputato a coordinare prevenzione e vigilanza, informazione e formazione, assistenza e consulenza in materia di salute e sicurezza sul lavoro deve essere l’Inail. Sogno l’istituto della verifica preventiva – ha concluso – che significa che prima di cominciare il lavoro si fa fare una verifica e si parte solo quando tutto è a norma. Dobbiamo poi eliminare i click day nel nostro Paese che penalizzano imprese che non sono veloci su Internet”.
E’ stata poi la volta del senatore Tino Magni che è stato relatore unico per la commissione d’inchiesta monocamerale sulle condizioni di lavoro in Italia, sullo sfruttamento e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, approvata all’unanimità. “C’è una convergenza a livello politico nella lotta agli infortuni” ha dichiarato. A differenza degli anni scorsi la Commissione, con cadenza, annuale e una volta conclusi i lavori, presenta al Senato una relazione sull’attività svolta e sui risultati dell’inchiesta. Non ci si può nascondere – avverte – dietro ai costi. La prevenzione è sicurezza e anche riduzione del precariato.
La deputata Chiara Tenerini ha affermato: Siamo qui per consegnare alle future generazioni qualcosa di diverso dall’attuale realtà :un lavoro sicuro e dignitoso e sottoscrivo virtualmente il Decalogo Confsal. La formazione nella scuola deve creare la consapevolezza della presenza all’interno della società e non un’ora aggiuntiva. I ragazzi devono prendere in mano il loro futuro per essere cittadini consapevoli del proprio futuro.
Anche Antonio D’alessio si dice d’accordo che “Per contrastare il fenomeno degli infortuni sul lavoro devono andare di pari passo la sensibilizzazione verso le giovani generazioni, le modifiche legislative e gli investimenti dello Stato nella consapevolezza che tutto ciò che si spende in questa materia è oro”.
Valentina Barzotti ritiene che Il Decalogo della Confsal è tendenzialmente condivisibile, cercando anche di vedere come Inail possa essere incisivo nella prevenzione. Nelle scuole – ha ricordato – ci sono esperienze virtuose per la formazione sulla sicurezza, ma è necessario un cambio di passo”.
Cesare Damiano componente del cda Inail ha citato i numeri della dolorosa realtà degli infortuni sul lavoro : 1000 morti l’anno circa 3 al giorno e sembra che al di sotto di questa soglia non si riesca ad andare. E’ importante la formazione ma ancora di più la prevenzione, serve spostare la spesa verso la prevenzione. “Vediamo il 1° maggio – sottolinea – cosa farà il governo in materia di prevenzione e sicurezza sul lavoro confermando il suo impegno. L’ Inail ha una vocazione sociale ,ha fatto dei protocolli con Ferrovie dello Stato, Enel, Eni, porti, Autostrade perché i cantieri che ci saranno riguardo il Pnrr saranno enormi. Sogno il cantiere digitale cioè tutti i lavoratori devono avere un budget che certifica che si dipende da quel cantiere perché si ha il contratto edile certificando che si ha una formazione adeguata.E’ impensabile che tutto rimanga uguale: in 60 anni è cambiato tutto: la percezione nei riguardi degli infortuni sul lavoro, l’azione dei sindacati, l’impegno degli imprenditori.
il sottosegretario al ministero del Lavoro, Claudio Durigon, intervenendo telefonicamente al dibattito ha dichiarato : “Già lunedì porteremo a casa risposte per la sicurezza del lavoro e vediamo di portare a casa dei risultati anche in collaborazione con ciò che l’Inail ha predisposto insieme al ministro Calderone “Il lavoro da fare – sottolinea – è molto e ringrazio il segretario Margiotta che si è sempre dimostrato preparato, attento e soprattutto disponibile al dialogo”.
Ha chiuso il dibattito Andrea Tardiola, direttore generale Inail, “Lavoriamo con grandi gruppi – racconta – come Ferrovie, Autostrade ed Eni, gruppi che sono grandi filiere industriali con una cultura molto elevata di sicurezza. Anticipiamo il Decalogo Confsal andando in giro per l’Italia rafforzando il network della sicurezza: un’esperienza umana, organizzativa e tecnologica. I dati sugli infortuni ci stanno dicendo che si sta verificando una forte polarizzazione verso due cosmi: abbiamo un ampliamento della numerosità degli infortuni a bassa gravità e schiacciamento verso l’alto di infortuni gravi. Dobbiamo diventare bravi a differenziare gli strumenti lavorando sulle due dinamiche. Ci stiamo provando e gli strumenti di Inail sono molti”.

 

Si è svolto presso il MIM – Dipartimento per la programmazione delle risorse – il previsto incontro con i rappresentanti sindacali sul  riparto delle risorse previste dal PNRR per la formazione del personale sui nuovi linguaggi e le nuove competenze. Per l’amministrazione erano presenti il Capo Dipartimento Jacopo Greco, i Direttori generali Montesarchio, Tozza e D’Amico.

La dottoressa Montesarchio ha  illustrato i contenuti degli investimenti 2.1 e 3.1 del PNRR.

Per l’investimento 2.1 il PNRR stanzia risorse per 800 milioni di euro di cui 165,77 relativi a progetti in essere.

La linea d’azione prevede la formazione sulla didattica digitale integrata e la transizione digitale di circa 650.000 tra docenti, dirigenti e personale ATA attraverso la realizzazione di circa 20.000 corsi di formazione e la creazione di centri di formazione locali. La misura mira a creare un sistema permanente per lo sviluppo della didattica digitale, delle competenze digitali e didattiche del personale scolastico attraverso :

  • la creazione di un sistema per la formazione continua di tutto il personale scolastico per la transizione digitale
  • l’individuazione di un quadro di riferimento nazionale per la didattica digitale integrata, finalizzata a promuovere l’adozione di curricula in materia di competenze digitali in tutte le scuole.

Riguardo la prima azione  l’Italia si è impegnata con l’UE nel PNRR a realizzare le seguenti iniziative:

  • sviluppo di un polo nazionale italiano sulla formazione digitale per la formazione del personale scolastico
  • creazione di una rete integrata di hub formativi territoriali, realizzati in collaborazione tra scuole, centri provinciali per l’educazione degli adulti, uffici scolastici regionali, università e centri di ricerca, in linea con quanto previsto dal Piano d’azione europeo per l’educazione digitale 2021-2027 e in coordinamento con l’hub nazionale
  • attivazione di circa 20.000 corsi di formazione sull’uso della didattica digitale in tutte le discipline del curriculum scolastico e per l’apprendimento del pensiero computazionale e dell’intelligenza artificiale, nella scuola dell’infanzia, nella scuola primaria e secondaria e nella formazione degli adulti;

Riguardo la seconda azione  si prevede:

  • la creazione di una piattaforma sui contenuti dell’educazione digitale e sui metodi didattici innovativi ad uso di insegnanti, studenti e famiglie
  • la creazione di “Patti per l’educazione digitale e le competenze per il futuro” anche attraverso l’attivazione di percorsi di formazione diffusa e intergenerazionale per docenti, studenti, adulti

Per la misura  3.1 “Nuove competenze e nuovi linguaggi” è prevista la ripartizione delle seguenti risorse:

–              600 milioni di euro per attività di orientamento alle discipline STEM. Le risorse saranno ripartite in base al numero degli studenti.

–              150 milioni di euro per corsi di formazioni di lingua e metodologia per gli insegnanti. Le risorse saranno ripartite in proporzione alle dotazioni organiche.

Per l’investimento 3.1 il PNRR stanzia 1,1 miliardi di euro ed è realizzata  dal MIM in collaborazione con la Presidenza del Consiglio dei Ministri- Ministro per la famiglia, la natalità, e le pari opportunità.

Lo Snals Confsal ha richiesto di avere maggiori dettagli sulla ripartizione delle risorse e sulla loro gestione, sulla governance nazionale delle attività formative e sul raccordo tra indicazioni nazionali e compiti affidati alle scuole.

 

 

INCONTRO MIM sindacati sul “ PIANO DI SEMPLIFICAZIONI PER LA SCUOLA”

Si è svolto presso il MIM – Dipartimento per la programmazione delle risorse – il previsto incontro sul piano di semplificazioni per la scuola a cui ha partecipato anche una delegazione dello Snals   Per l’amministrazione erano presenti il Capo Dipartimento Jacopo Greco, i Direttori generali Montesarchio, Tozza e D’Amico.

L’amministrazione ha illustrato le linee del piano di semplificazioni per la scuola.

Il piano prevede 20 interventi che ruotano intorno ad alcuni obiettivi fondamentali . Gli interventi vanno ad incidere positivamente sui tempi di esecuzione di importanti funzioni e procedure amministrative quali le cessazioni, gli incarichi esterni, i pagamenti, gli acquisti e gli scambi internazionali.

Sono decenni ormai che le scuole subiscono da più parti richieste burocratiche di ogni tipo che hanno ormai assunto la forma di vere e proprie molestie burocratiche, sotto forma di richieste continue ed ossessive. Una situazione che si traduce in un vissuto quotidiano dei dirigenti scolastici fatto di adempimenti ed incombenze sempre più pressanti ma che nulla o poco hanno a che vedere con i compiti di coordinamento didattico e le finalità educative delle istituzioni scolastiche di cui sono a capo. I doverosi adempimenti connessi alla funzione dirigenziale si trasformano infatti, necessariamente, in molestie quando non sono rispettati i confini fra distinti ambiti di competenza e quando viene meno la funzione di supporto e raccordo con gli uffici scolastici periferici.

Lo SNALS Confsal ha  apprezzato che il Ministero abbia finalmente tradotto in realtà il lungo lavoro svolto anche in collaborazione con le organizzazioni sindacali sulle molestie burocratiche e sulle semplificazioni ma ha evidenziato  diverse criticità  ancora irrisolte .

1) Il primo aspetto è quello dell’inefficienza del dialogo con gli uffici scolastici periferici.

Dalle procedure di determinazione degli organici alla costituzione e gestione delle graduatorie per le supplenze, dalla gestione dei contenziosi alle relazioni che le scuole debbono intrattenere con le Ragionerie Territoriali di Stato, le scuole necessitano del costante e puntuale supporto degli UAT, un supporto che, qualora sia offerto, giunge tardivo con conseguente ritardo nella gestione delle procedure amministrative e ricadute negative in termini di responsabilità dirigenziale. Si pensi agli adempimenti connessi ai sempre più frequenti contenziosi affrontati dalle istituzioni scolastiche. Sappiamo che la giurisprudenza pone in capo al dirigente scolastico la legittimazione processuale esclusivamente nei casi in cui l’azione oggetto del giudizio sia espressione delle funzione proprie delle istituzioni scolastiche autonome, mentre è chiaramente affidata agli uffici scolastici regionali qualora il contendere riguardi funzioni delegate. Così come è altrettanto chiaro che nelle controversie di lavoro la difesa tecnica dell’amministrazione possa essere assunta dai dipendenti dell’amministrazione stessa solo limitatamente al primo grado di giudizio. Eppure a fronte di questo quadro normativo e giurisprudenziale sufficientemente chiaro, assai diversa è la prassi che i dirigenti vivono ogni giorno, chiamati a rappresentare l’amministrazione all’interno di controversie che riguardano atti interni fra scuola e amministrazione o in fase di reclamo, con il rischio altissimo di vedere vanificata l’azione difensiva qualora il collegio giudicante ne riconosca la illegittimità.

Ma il fatto ancora più sconcertante è che i dirigenti debbano farsi carico di attività non di loro competenza, dalla scrittura delle memorie difensive financo alla gestione stessa degli atti processuali, spesso senza poter usufruire del necessario supporto di consulenza giuridica che rientra appieno fra le funzioni degli uffici scolatici regionali.

A ciò si aggiunga la problematica dei difficili e tormentati rapporti con le Ragionerie Territoriali di Stato le quali, nell’esercitare il legittimo e doveroso compito di controllo di regolarità contabile, spesso travalicano i confini di questa funzione di vigilanza, emettendo direttive rivolte ai dipendenti di un altro ministero. È questo il caso dei decreti di ricostruzione di carriera emessi dai dirigenti scolastici a seguito di sentenze o decreti ingiuntivi dei tribunali del lavoro o delle pratiche di progressione di carriera. Le direttive delle RTS spesso introducono elementi estranei alle sentenze o, nei casi peggiori, contengono indicazioni contrarie a quelle eventualmente impartite dall’Avvocatura dello Stato. Una situazione che pone i dirigenti di fronte alla scelta paradossale fra accogliere tali indicazioni delle Ragionerie Territoriali dello Stato, contravvenendo però alle disposizioni dell’amministrazione di appartenenza o a rigettarle, emettendo atti che andranno incontro alla mancata apposizione del visto di regolarità contabile, con la conseguente attuazione della procedura di registrazione forzosa, atto che non può che mettere capo, a sua volta, alle attività di giudizio della Corte dei Conti. Tutti questi casi evidenziano come i dirigenti paghino il prezzo di un mancato e costante raccordo che dovrebbe invece caratterizzare sia i rapporti fra gli uffici periferici dei ministeri coinvolti sia tra gli stessi e le istituzioni scolastiche.

Lo Snals Confsal ritiene  che buona parte di queste criticità possano essere risolte operando su due piani: a livello ministeriale, attivando, attraverso le direzioni generali competenti, un dialogo vigile con il livello legislativo per prevenire ricadute negative sulle scuole dei provvedimenti posti in discussione nelle commissioni e nelle aule parlamentari; a livello di amministrazione periferica, garantendo una concreta e costante azione di supporto con particolare riguardo alle problematiche di maggior rilevanza.

 

2) Il secondo aspetto è quello della necessaria semplificazione amministrativa di cui la scuola ha profondamente bisogno.

Continuano a ripetersi imposizioni e direttive da parte di enti e altre amministrazioni finalizzate all’acquisizione di dati ed informazioni che potrebbero essere reperite direttamente. Questi esempi evidenziano nuovamente l’inefficienza del dialogo fra le varie amministrazioni e soprattutto l’assenza di sistemi informativi integrati che costringe alla reiterazione dei dati su piattaforme diverse con dispendio di tempo e conseguente rallentamento delle procedure amministrative.

I nuovi compiti posti in capo alle scuole in tema di collocamento a riposo del personale tramite il sistema Passweb pongono nuovi problemi nei rapporti con l’INPS e soprattutto per le connesse responsabilità in ordine alle certificazioni retributive, laddove sarebbe naturale e più semplice un dialogo diretto tra MEF e l’Istituto della Previdenza Sociale.

Occorre investire adeguatamente non solo nella digitalizzazione della P.A. ma soprattutto rendendo veramente interoperabili le banche dati. Solo con tale intervento si potrebbero evitare operazioni inutili e dannose per la vita delle scuole.

Lo Snals Confsal crede in una dirigenza interprete dei bisogni educativi della comunità scolastica e non al di sopra di questa, e la vorrebbe  vedere orientata innanzitutto alla promozione di innovazioni sul piano didattico ed organizzativo e sempre  meno a compiti burocratici elementari ma dispendiosi e fortemente demotivanti con la restituzione dei dirigenti scolastici al loro compito primario di coordinamento didattico e valorizzazione delle risorse umane.

 

Come ogni anno la CONFSAL è impegnata nell’organizzazione della Giornata del 1°maggio. La situazione economica, lavorativa e sociale del nostro Paese, logorata maggiormente dagli anni di emergenza sanitaria e dal persistere del conflitto militare che coinvolge l’Unione Europea, ci spinge a incontrare tutte le Lavoratrici e i Lavoratori, i giovani e i pensionati e soprattutto coloro che non hanno un lavoro, per affrontare assieme le attuali sfide e dare speranza e risposte per il futuro.

 

Per questo la Confsal, rivolgendosi a Lavoratori pubblici e privati, Imprenditori, Giovani, Pensionati, promuove l’evento:

Il LAVORO quale FUTURO

che si svolgerà lunedì 1° maggio dalle ore 10.00 a Napoli in Piazza del Plebiscito e in diretta streaming.

 

Seguirà, alle ore 13.30, la Confsal Giovani, in Piazza, con lo Spettacolo Live con ospiti e musica.

Si può seguire tutto l’evento sui canali social della Confsal (Pagina Facebook: https://www.facebook.com/ConfsalNet  – Instagram: ConfsalNazionale)

Per seguire l’evento in streaming: https://bit.ly/primo_maggio_confsal_2023

 

 

Punteggio aggiuntivo al docente tutor e orientatore   per mobilità e graduatorie interne

Con un comunicato il MIM ha informato che chi svolgerà le attività di docente tutor e orientatore otterrà un punteggio aggiuntivo ai fini della mobilità e delle graduatorie interne.

Lo ha stabilito il Ministro Giuseppe Valditara, tramite un’apposita direttiva:   il punteggio aggiuntivo sarà definito in sede di contrattazione integrativa.

Vi ricordiamo che, per diventare docente tutor e orientatore, occorre manifestare la disponibilità a svolgere il ruolo per almeno 3 anni e frequentare un apposito corso di formazione online, della durata di 20 ore, organizzato da Indire, tramite la piattaforma ScuolaFutura,. Il percorso formativo articolato in moduli ed è finalizzato all’acquisizione di una formazione di base da parte degli insegnanti coinvolti. Infatti, sarà poi seguito da un’attività di accompagnamento, sempre a cura di Indire, nel corso dell’anno scolastico 2023/2024.

In tale contesto, qual è il ruolo del Collegio docenti?

Prima di tutto, dobbiamo tener presente che ogni  istituzione scolastica dovrà individuare il numero dei futuri docenti tutor.

Il decreto ministeriale e la circolare, attribuiscono alle scuole il relativo finanziamento – in proporzione agli alunni frequentanti – limitandosi ad indicare il range con minimo e massimo per la retribuzione e il numero minimo di docenti da avviare alla formazione.

Il collegio docenti dovrà inoltre individuare il numero di studenti e studentesse che compongono i gruppi da assegnare ai diversi tutor, con la possibilità, tenuto conto della situazione della singola istituzione scolastica, di prevedere anche gruppi costituiti da un diverso numero di studenti.

Infine, bisogna definire i criteri con cui comporre i diversi gruppi.I  requisiti sono prerogativa del Collegio dei Docenti. Ciò vuol dire che l’Organo Collegiale può anche aggiungere, discostarsi o sostituire i criteri indicati dal Ministero” Al via le procedure per la selezione delle figure del docente tutor e quella dell’orientatore che consentiranno l’avvio delle attività curricolari di orientamento destinate agli studenti delle circa 70 mila classi del secondo biennio e dell’ultimo anno della scuola secondaria di secondo grado.

La retribuzione del docente orientatore potrà avere un valore minimo pari a 1.500 euro lordo Stato e un valore massimo pari a 2.000 euro lordo Stato. La retribuzione del docente tutor invece potrà avere un

valore minimo pari a 2.850 euro lordo Stato e un valore massimo pari a 4.750 euro lordo Stato.

 

Sarà la contrattazione di istituto a stabilire i criteri di utilizzo delle risorse finanziarie assegnate alle scuole come indicato  con allegato A,   nonché la determinazione della misura dei compensi per remunerare le attività dei tutor e degli orientatori nell’anno scolastico 2023/2024, fermo restando il range minimo e max indicato dal Ministero. Attenzione alla dizione lordo stato differente da  lordo dipendente per i compensi

I docenti volontari che desiderano svolgere le funzioni di tutor e di docente orientatore possono essere selezionati dal dirigente scolastico, purché partecipino alla formazione propedeutica. Inoltre, devono preferibilmente possedere i seguenti requisiti: essere in servizio con contratto a tempo indeterminato con almeno cinque anni di anzianità maturata con contratto a tempo indeterminato o determinato; aver svolto compiti che rientrano nelle funzioni del tutor scolastico e del docente orientatore (tra cui funzione strumentale per l’orientamento, per il contrasto alla dispersione scolastica, nell’ambito del PCTO); e avere manifestato la disponibilità ad assumere la funzione di tutor e di docente orientatore per almeno un triennio scolastico.

I docenti devono essere in possesso contemporaneamente , preferibilmente, quindi non è un obbligo, di tutti i  requisiti previsti.

 

Tutor e orientatore possono essere svolti da stesso docente?

In linea generale la risposta è negativa. Pur essendo comune la prima parte della formazione infatti, il ruolo sarà diverso e soprattutto si tratta di due figure che dovranno lavorare in stretta sinergia e supporto.

Potrebbe candidarsi un docente in assegnazione provvisoria e in attesa dell’esito della mobilità?

Sì, tra i requisiti indicati dal Ministero non ci sono limitazioni per quanti in attesa di esito da mobilità. La decisione finale, si ricorda comunque, spetta agli organi collegiali della scuola relativamente alle nomine.

Allo stato attuale non è previsto alcun esonero dall’insegnamento

Il piano di formazione ha l’obiettivo di fornire agli insegnanti che svolgeranno il ruolo di tutor dell’orientamento o di docente orientatore un percorso formativo nazionale online che inizierà nel secondo trimestre del 2023. Lo scopo è quello di supportare queste figure nell’acquisizione delle competenze necessarie per svolgere al meglio il loro ruolo. Il piano formativo mira a fornire agli insegnanti:

Informazioni specifiche sul processo di orientamento e sulle figure coinvolte, nonché sulle diverse tecnologie, tecniche e metodologie utilizzate in questo ambito, oltre alle normative e politiche nazionali e locali rilevanti.

Supporto nello sviluppo di competenze trasversali, come la capacità di comunicazione e di ascolto attivo, così come competenze che favoriscono la collaborazione tra tutti i soggetti coinvolti.

Un modello di formazione e un piano articolato di formazione, comprensivo di moduli, unità didattiche e attività didattiche riferite a questi moduli, oltre a attività di supporto.

Un ambiente online personalizzato per rendere fruibili i moduli e i contenuti del piano fornito dalla piattaforma Scuola Futura.

Monitoraggio della partecipazione e della tenuta nel percorso formativo, e un help desk integrato e multi-partner in grado di rispondere a quesiti di natura normativa, formativa e tecnologica.

Attività di raccolta e condivisione di buone pratiche, che saranno disponibili per tutte le istituzioni scolastiche.

Il piano formativo è articolato in due fasi:

 

Una prima fase che prevede la predisposizione di moduli online fruibili per un totale di 20 ore di formazione.

Una seconda fase che prevede la disponibilità dei moduli e delle attività didattiche per una fruizione in autoformazione, oltre a un accompagnamento e alla raccolta e condivisione di buone pratiche.

I sei moduli di formazione sono:

 

Promuovere la cultura dell’orientamento e affrontare i temi dell’incertezza.

Esplorare i futuri possibili e collegarli alle professionalità attuali ed emergenti.

Scelta del sistema terziario di istruzione, in particolare l’ITS Academy.

Il processo e gli attori coinvolti nel processo di orientamento.

Fornire approcci concreti e consigli operativi per la didattica inclusiva e la sinergia con altri dispositivi e approcci già utilizzati nella scuola.

Elementi conoscitivi per l’uso della piattaforma unica digitale e dell’e-portfolio, nonché gli approcci metodologici che sostengono l’orientamento scolastico.

Le ore di formazione non saranno retribuite, ma potranno essere inserite nel curriculum del docente e saranno riconosciute come aggiornamento professionale

Le istituzioni scolastiche devono comunicare i docenti selezionati per partecipare ai percorsi di formazione, a partire dalle ore 15,00 del giorno 17 aprile 2023 e fino alle ore 15,00 del 31 maggio 2023. L’accesso alla piattaforma può avvenire sia dall’area riservata del portale del Ministero dell’istruzione e del merito, sia dall’area riservata presente sul portale PNRR Istruzione: https://pnrr.istruzione.it/

Qual è il ruolo del Collegio docenti?

Ogni istituzione scolastica dovrà:

Individuare il numero dei futuri docenti tutor. Il D.M. e la circolare, infatti, attribuiscono alle scuole il relativo finanziamento – in proporzione agli alunni frequentanti – limitandosi ad indicare il range con minimo e massimo per la retribuzione e il numero minimo di docenti da avviare alla formazione.

Individuare il numero di studenti e studentesse che compongono i gruppi da assegnare ai diversi tutor, con la possibilità, tenuto conto della situazione della singola istituzione scolastica, di prevedere anche gruppi costituiti da un diverso numero di studenti.

Definire i criteri con cui comporre i diversi gruppi

Chi nomina i docenti tutor e orientatori?

I docenti che dovranno coprire questi incarichi sono decisi dagli organi collegiali delle scuole, non sono figure di nomina dirigenziale. I requisiti sono prerogativa del Collegio dei Docenti. Ciò vuol dire che l’Organo Collegiale può anche aggiungere, discostarsi o sostituire i criteri indicati dal Ministero

La nomina dei tutor e degli orientatori dovrà avvenire entro il primo settembre 2023 o all’inizio dell’anno scolastico 23-24, poiché dovranno iniziare a svolgere le loro funzioni a partire da quella data. La nomina è effettuata dal dirigente scolastico, che agisce come datore di lavoro, ma deve tenere presente le prerogative degli organi collegiali

Qual è il compito del docente tutor?

Il compito del docente tutor è di supportare gli studenti nella loro crescita personale e formativa, aiutandoli a raggiungere i loro obiettivi e sviluppando le loro competenze.

Quali sono le attività principali del docente tutor nella scuola secondaria di primo e secondo grado?

Le attività principali del docente tutor nella scuola secondaria di primo e secondo grado sono aiutare ogni studente a creare un E-port-folio personale e costituirsi consigliere delle famiglie nei momenti di scelta dei percorsi formativi o delle prospettive professionali dello studente.

Cosa farà il docente orientatore?

Il docente orientatore avrà il compito di favorire le attività di orientamento per aiutare gli studenti a fare scelte in linea con le loro aspirazioni, potenzialità e progetti di vita, tenendo conto dei diversi percorsi di studio e lavoro e delle varie opportunità offerte dai territori, dal mondo produttivo e universitario. Questo approccio deve essere fatto rispettando l’autonomia degli istituti scolastici, degli studenti e delle loro famiglie.

Quanti studenti saranno loro affidati ?

Al fine di favorire un’applicazione efficace della misura, si ritiene che ciascuna istituzione scolastica possa, orientativamente, individuare un tutor per raggruppamenti costituiti da un minimo di 30 studenti fino ad un massimo di 50 studenti.

Piattaforma orientamento ed E-port-foglio

A cosa servirà la piattaforma per l’orientamento?

Gli orientatori, in particolare, favoriranno, anche grazie alla piattaforma digitale unica per l’orientamento messa a punto dal Ministero, l’incontro tra le competenze degli studenti, l’offerta formativa e la domanda di lavoro per consentire una scelta informata e consapevole del percorso di studio o professionale da intraprendere.

 

Nella piattaforma ci saranno informazioni e dati relativi all’offerta formativa, alla distribuzione degli ITS Academy, ai corsi di laurea delle Università e delle Istituzioni dell’Alta Formazione Artistica e Musicale, alla preparazione all’ingresso nei corsi di studio, nonché ai dati statistici utili prodotti da Almalaurea, Istat e Cisia.

Quali sono i contenuti dell’E-port-folio personale?

 

L’E-port-folio personale comprende il percorso di studi compiuti, anche attraverso attività che ne documentino la personalizzazione; lo sviluppo documentato delle competenze in prospettiva del proprio personale progetto di vita culturale e professionale, incluse le competenze sviluppate a seguito di attività svolte nell’ambito dei progetti finanziati con fondi europei o dei percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento (PCTO); le riflessioni in chiave valutativa, auto-valutativa e orientativa sul percorso svolto e sulle sue prospettive; la scelta di almeno un prodotto riconosciuto criticamente dallo studente in ciascun anno scolastico e formativo come il proprio “capolavoro”.

personale ata

 

La funzione in piattaforma per l’inoltro delle  domande per partecipare al bando per l’inserimento e aggiornamento nelle graduatorie di prima fascia del personale amministrativo, tecnico e ausiliario della scuola è  attiva. Per aiutare gli aspiranti nella compilazione sono state pubblicate le FAQ del MIM  sul concorso ATA 24 mesi che possono essere d’aiuto per gli utenti che hanno difficoltà a compilare in modo corretto le domande e rispondere a dubbi comuni. Ricordiamo a tutti gli iscritti che le sedi territoriali sono a disposizioni per aiutarli a compilare le domande previo appuntamento inviando una mail all’indirizzo : info@snalsbari.it

Di seguito  tutte le FAQ MIUR ATA 24 mesi pubblicate fin’ora :

Ho un servizio militare/civile o un servizio prestato in altra amministrazione pubblica che è a cavallo fra due anni scolastici. Non riesco ad inserirlo perchè l’applicazione consente di registrare i servizi solo per anno scolastico.

Inserire il servizio suddiviso fra due anni scolastici, facendo terminare il primo periodo al 31 di agosto e iniziare il secondo periodo dal 1 settembre, in modo tale che il punteggio attribuito sia equivalente in quanto senza soluzione di continuità.

In quali casi può utilizzare il codice “XX – altro profilo”?

Si può utilizzare in tutti i casi in cui si è svolto un servizio da docente nella scuola statale o un servizio di qualsiasi tipologia presso altra amministrazione pubblica.

Sono iscritto nel profilo di collaboratore scolastico della provincia di Roma e intendo iscrivermi, avendone titolo, anche nel profilo di assistente amministrativo. So che per il nuovo profilo devo indicare tutti i servizi mentre per l’altro devo riportare solo gli aggiornamenti, ma non ho la possibilità di comunicarli distintamente.

E’ stato scelto di evitare di far replicare all’aspirante i servizi già dichiarati. All’accesso all’applicazione viene prospettato un messaggio sul comportamento da adottare. Il messaggio è il seguente:

– l’aspirante che si iscrive per la prima volta in queste graduatorie deve dichiarare tutti i titoli e tutti i servizi;

– l’aspirante che aggiorna una graduatoria in cui era già presente lo scorso anno deve inserire solo i titoli e i servizi non precedentemente dichiarati;

– l’aspirante che aggiorna un profilo e si inserisce in un altro deve dichiarare tutti i titoli e tutti i servizi indicando per ognuno se trattasi di servizio valido ai fini dell’inserimento oppure dell’aggiornamento o di entrambi.

Nella sezione dei servizi, ricevo il messaggio “I campi mesi e giorni non possono superare i giorni determinati dal periodo Dal……….. Al…………”. Cosa vuol dire?

Vuol dire che il numero di mesi e di giorni inseriti puntualmente dall’interessato è maggiore del numero massimo di mesi e giorni presenti nell’intervallo indicato per quello specifico servizio. Questo è un messaggio bloccante.

Nella sezione dei servizi, ricevo il messaggio “E’ stato inserito un numero di mesi e di giorni di servizio inferiore all’intero periodo”. Cosa vuol dire?

Vuol dire che il numero di mesi e di giorni inseriti puntualmente dall’interessato è minore del numero di mesi e giorni presenti nell’intervallo indicato per quello specifico servizio. Questo è un messaggio non bloccante che non vuole evidenziare un errore ma solo segnalare che il numero di mesi e giorni è inferiore al periodo indicato. Tale circostanza si verifica quando l’aspirante indica come periodo un intervallo in cui ha prestato più servizi, non continuativi, sulla stessa istituzione scolastica e per lo stesso profilo. Si ricorda che in caso di differenza fra i mesi-giorni dell’intero periodo e i mesi-giorni indicati puntualmente prevale il numero di mesi-giorni indicato puntualmente.

 

 

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Concorso ATA 24 mesi 2023:  come funziona, requisiti

Gli USR hanno pubblicato i bandi relativi al nuovo concorso ATA 24 mesi 2023 per entrare nella graduatoria di prima fascia. Le domande si presentano da DOMANI  27 aprile al 18 maggio. La funzione sarà disponibile dalle 9.00 del 27 aprile alle 23.59 del 18 maggio 2023. Per utilizzare il servizio web per le Istanze Online del Ministero dell’istruzione occorre disporre delle credenziali SPID o CIE, e aver effettuato l’abilitazione. Il bando consente l’inserimento e l’aggiornamento nelle graduatorie permanenti provinciali del personale ATA . La procedura concorsuale è rivolta a chi ha maturato 24 mesi di servizio e viene bandita su base regionale.

Le nuove graduatorie ATA 24 mesi saranno valide per l’a.s. 2023/2024 e sostituiranno le graduatorie ATA prima fascia attualmente in vigore .L’aggiornamento delle graduatorie è annuale  Le domande vanno presentate esclusivamente in modalità telematica  tramite la piattaforma Istanze on Line (POLIS) del Ministero dell’istruzione e del merito, entro le stesse date  su indicate per tutte le regioni in Italia.

I bandi regionali sono usciti entro il 26 aprile, come previsto dalla circolare MIM  n. 26352 del 05 aprile 2023). Fanno eccezione la regione Valle d’Aosta e le province autonome di Trento e Bolzano (Trentino Alto Adige), che procedono direttamente e in autonomia a bandire le procedure concorsuali.

Il concorso ATA 24 mesi è una selezione pubblica per soli titoli (non sono previste prove d’esame) che consente di entrare in graduatoria ATA prima fascia oppure, se si è già in graduatoria, di aggiornare il proprio punteggio (o i titoli di preferenza e/o di riserva) per i ruoli provinciali nei profili professionali dell’area A e B del personale ATA.

Le graduatorie ATA prima fascia sono utilizzate dalle scuole per assegnare incarichi di supplenza, cioè a termine, annuali (assunzioni a tempo determinato). Inoltre chi entra in graduatoria permanente può essere chiamato per assunzioni in ruolo.

Può partecipare al concorso ATA 24 mesi chi ha già maturato 24 mesi di servizio, anche non continuativo, secondo quanto previsto dall’art. 554 del decreto legislativo n. 297/1994 e dell’O.M. 23.02.2009, n. 21.

I bandi per le graduatorie del personale Amministrativo, Tecnico ed Ausiliario di prima fascia sono rivolti alle seguenti figure professionali:

AREA A: CS – Collaboratori scolastici (bidelli);

AREA AS: CR – Collaboratori scolastici Addetti alle aziende agrarie;

AREA B: AA – Assistenti Amministrativi;

AREA B: AT – Assistenti Tecnici;

AREA B: CU – Cuochi;

AREA B: GU – Guardarobieri;

AREA B: IF – Infermieri.

Per l’accesso ai concorsi per ATA 24 mesi occorre possedere i seguenti requisiti generali:

essere in servizio in qualità di personale ATA a tempo determinato statale della scuola nella medesima provincia e nel medesimo profilo professionale per cui si concorre;

oppure:

essere inseriti nella graduatoria provinciale ad esaurimento o negli elenchi provinciali per le supplenze, nella medesima provincia e nel medesimo profilo cui si concorre;

oppure:

essere inseriti nella graduatorie di circolo o di istituto di terza fascia per il conferimento delle supplenze temporanee nella medesima provincia e medesimo profilo per cui concorre;

anzianità di almeno due anni di servizio (24 mesi), il limite minimo è precisamente 23 mesi e 16 giorni, anche non continuativi;

essere in possesso del titolo di studio richiesto per l’accesso al profilo per il quale si concorre (diploma, qualifica professionale o laurea in linea con i titoli di studio richiesti in base al profilo).

Coloro che intendono aggiornare il punteggio o i titoli di preferenza e/o di riserva, devono essere già inseriti nella graduatoria permanente costituita nella provincia e per il profilo professionale per cui concorrono.

Il punteggio assegnato a ciascun aspirante è determinato dalla somma dei punti assegnati per i titoli che possiede, tra quelli valutabili ai fini del concorso 24 mesi ATA 2023.

Per ogni profilo professionale sono previsti i titoli di accesso e altri titoli che si possono far valutare ai fini del posizionamento in graduatoria di prima fascia ATA:

– il titolo di studio minimo richiesto;

– i titoli di servizio (minimo 24 mesi);

– altri titoli culturali e/o di servizio validi.

Ciascun bando ATA 24 Mesi prevede un determinato punteggio per ogni titolo presentato dall’aspirante, indicato nell’apposita tabella di valutazione dei titoli per il concorso che, generalmente, è riportata nell’Allegato A del bando.

Per calcolare i periodi lavorativi si sommano i periodi di lavoro nel medesimo profilo professionale per il quale si concorre o in posti corrispondenti a profili professionali dell’area del personale ATA immediatamente superiore a quella del profilo cui si concorre. In sostanza chi ha maturato i 24 mesi di servizio in un profilo superiore può inserirsi in graduatoria anche per il profilo inferiore. Ad esempio con 24 mesi di servizio nel profilo di Assistente Amministrativo si può chiedere l’inserimento anche per i profili di Collaboratore Scolastico e Addetto alle Aziende Agrarie (per quest’ultimo solo se in possesso di un titolo specifico).

Ai fini del calcolo, i mesi interi sono considerati come da calendario, indipendentemente dal numero di giorni di ogni singolo mese, mentre le frazioni di mese si sommano tutte insieme e poi si divide il totale per 30, in quanto si calcolano in ragione di un mese ogni 30 giorni. Le frazioni superiori a 15 giorni si considerano come mese intero e il servizio prestato con rapporto di lavoro a tempo parziale si computa per intero.

Per calcolare il servizio ATA sono validi tutti i periodi di servizio effettivo e tutti i periodi per i quali sia stata erogata remunerazione anche parziale, compresi i periodi di congedo parentale. Sono considerati anche i periodi di assenza, compresi quelli non retribuiti, che non interrompono o l’anzianità di servizio.

Oltre ai requisiti generali, gli aspiranti possono far valere ulteriori titoli valutabili ai fini del concorso personale ATA 24 Mesi, che consentono di ottenere un punteggio maggiore. Si tratta di titoli di studio, qualifiche, idoneità e titoli di servizio che possono concorrere alla formazione del punteggio e, in sostanza, incrementare i punti. Tra i titoli valutabili rientrano ad esempio il servizio militare  e il servizio civile.

La scelta delle sedi per l’aggiornamento delle graduatorie ATA 24 mesi viene effettuata tramite l’allegato G. Quest’ultimo si presenta online, successivamente alla presentazione delle domande. Il modulo consente agli aspiranti di scegliere un massimo di 30 istituzioni scolastiche presso le quali sono disponibili ad effettuare supplenze. Il modulo è unico per tutti i profili professionali per i quali si è fatta domanda di inserimento nella prima fascia delle graduatorie permanenti provinciali ATA.

Chi desidera  inserirsi nelle graduatorie prima fascia ATA di un’altra provincia può farlo , ma è necessario prima togliersi dalla graduatoria ATA 24 Mesi attraverso il depennamento, inserirsi in graduatoria di terza fascia scegliendo la nuova provincia e poi inserirsi nuovamente nelle graduatorie di prima fascia.  Se desideri cambiare provincia, non devi risultare già inserito nelle graduatorie provinciali permanenti.

.Gli uffici territoriali Snals sono a disposizione per aiutare gli iscritti . Si chiede solo di prendere appuntamento via mail per evitare lunghe attese ed inutili assembramenti.

 

 

 

Per le assunzioni di docenti all’estero l’invio delle domande da parte degli

interessati dovrà avvenire entro il 2 maggio. Le istanze dovranno essere

compilate sul sito Web del MAECI che ha promulgato il relativo bando

dove sono riportati  i tipi di destinazione, i codici funzione (002, 003, 006 ecc.)

e le sfere linguistiche per le quali viene approntata la selezione in questione.

L’accesso alla piattaforma dovrà esser fatto usando

lo SPID, andando nella sezione Selezioni e cliccando su Compila la domanda.

Requisiti per le assunzioni di docenti all’estero 2023 :

i  docenti a tempo indeterminato che al momento della domanda abbia maturato,

dopo l’immissione in ruolo, un servizio di almeno tre anni dopo il periodo di prova

in territorio italiano nel ruolo di appartenenza  .

Nel triennio  di servizio non viene considerato l’anno scolastico in corso.

Hanno titolo a partecipare alla selezione per l’insegnamento dell’italiano

nelle istituzioni scolastiche di cui all’art. 10 del Decreto Legislativo di livello primario,

nel contesto delle SCI, i docenti di scuola primaria.

Non possono presentare domanda per servizio di docenza all’estero coloro

che abbiano già svolto più di un mandato all’estero e che non possano

garantire una permanenza  all’estero per 6 anni scolastici a partire

dall’anno scolastico 2023/2024.