Ieri si è tenuta la  giornata di formazione dei quadri sindacali  dello Snals della Provincia di Bari. Il tema della giornata era ” Le relazioni sindacali di istituto alla luce delle novità introdotte dal CCNL comparto istruzione e ricerca-sezione scuola 2019-2021.Nella accogliente sede dell’auditorium dell’istituto Majorana dopo la fase della registrazione dei presenti caratterizzata da scambio fra tutti i presenti di affettuosi saluti che ben evidenziavano lo spirito di grande affiatamento che caratterizzata i rapporti fra gli iscritti e fra gli iscritti e la segreteria provinciale. Affiatamento che è il frutto di un lavoro quotidiano, costante di vicinanza e condivisione di tutte le difficoltà o anche dei vari aspetti di vita scolastica quotidiana fra tutti i componenti  la segreteria provinciale e soprattutto il segretario Vito Masciale. E i lavori poi si sono aperti proprio con il suo intervento. Intervento in cui il segretario Vito Masciale ha voluto come prima cosa  ringraziare tutti i presenti ma anche tutti coloro che per vari motivi non hanno  potuto esserci per l’impegno e il lavoro svolto in questi anni in rappresentanza dello Snals nelle varie istituzioni scolastiche. Ha poi continuato ribadendo i valori e i principi che guideranno anche nei prossimi anni la presenza dello Snals nelle prossime RSU elette analizzando le difficoltà che si potrebbero presentare ma che la grande famiglia Snals saprà affrontare .La conferma che essere un Rsu Snals fa la differenza la si deduce dalle tante conferme di disponibilità ad esserlo anche nelle prossime votazioni  I lavori, gestiti  egregiamente in alcune fasi da Nunzia Berloco,  sono proseguiti  con gli interventi di alcuni  altri componenti la segreteria provinciale: Vito Lozito, Aldo Roselli , della responsabile del servizio patronato Carmen Seccia e del responsabile del fondo Espero Pietro Catucci  . Alla ripresa dei lavori ha trovato spazio il confronto con i presenti sulla base delle loro esperienze quotidiane personali .

personale ata

 

Dalle ore 12.00 di oggi, lunedì 16 dicembre, fino alle ore 23.59 di mercoledì 15 gennaio, sarà possibile presentare la domanda di partecipazione al concorso pubblico, per titoli ed esami, per la copertura di 1.435 posti dell’area dei funzionari e dell’elevata qualificazione.

La procedura, indetta su base regionale, è finalizzata alla copertura di 1.435 posti da assegnare alle immissioni in ruolo previste per gli anni scolastici 2025/2026 e 2026/2027.

Sono ammessi a partecipare alla procedura i candidati che, entro la scadenza del termine di presentazione della domanda, siano in possesso di un diploma di laurea vecchio ordinamento, di una laurea specialistica o di una laurea magistrale, tra quelle indicate all’Allegato  Al concorso sono ammessi coloro i quali siano in possesso dei seguenti titoli di studio o titoli equipollenti di cui all’Allegato A:

 

LMG/01 Giurisprudenza;

LM-87 Servizio sociale e politiche sociali;

LM-52 Politiche internazionali;

LM-56 Scienze dell’economia;

LM-62 Scienze della politica;

LM-63 Scienze della pubblica amministrazione;

LM-81 Scienze per la cooperazione allo sviluppo;

LM-88 Sociologia e ricerca sociale;

LM-90 Studi europei;

LM-77 Scienze economico-aziendali.

Introdotta inoltre un’importante novità: requisito di accesso sarà la CIAD (Certificazione internazionale di alfabetizzazione digitale) da conseguire entro l’assunzione a tempo indeterminato.

Gli aspiranti che siano sprovvisti di tale certificazione possono comunque accedere alle prove concorsuali con riserva, purché conseguano il titolo richiesto entro la data di immissione in ruolo.

Ogni candidato può presentare domanda per una sola regione

Le istanze possono essere presentate esclusivamente online attraverso il Portale unico del reclutamento (www.inpa.gov.it). Per accedere alla compilazione dell’istanza, i candidati devono essere in possesso delle credenziali del Sistema Pubblico di identità digitale (SPID) o della Carta di Identità Elettronica (CIE) e devono essere abilitati al servizio “Istanze on line”. È possibile accedere al servizio anche tramite l’applicazione “Piattaforma Concorsi e Procedure selettive” del sito del Ministero dell’Istruzione e del Merito.

La procedura concorsuale, gestita su base regionale, si articolerà in una prova scritta, in una prova orale e in una successiva valutazione dei titoli.

Le commissioni di valutazione avranno a disposizione un massimo di 150 punti per ogni candidato, di cui sessanta (60) per la prova scritta, sessanta (60) per la prova orale e trenta (30) per la valutazione dei titoli.

I posti disponibili nel triennio per Regione sono:

 

Abruzzo               24 Basilicata       0 Calabria            6 Campania        1 1 Emilia-Romagna        157

Friuli Venezia Giulia        35 Lazio                133 Liguria          41 Lombardia    416 Marche        44

Molise  0 Piemonte        171 Puglia           29 Sardegna       44 Sicilia               30 Toscana         108

Umbria 13 Veneto          173 TOTALE        1.435

Per poter partecipare è necessario possedere:

lo SPID: attivalo ora da casa o ovunque sei, con riconoscimento facciale via webcam.

una PEC intestata .

Cosa fa il DSGA?

Il DSGA svolge attività lavorativa di rilevante complessità ed avente rilevanza esterna. Sovrintende, con autonomia operativa, ai servizi generali amministrativo-contabili e ne cura l’organizzazione svolgendo funzioni di coordinamento, promozione delle attività e verifica dei risultati conseguiti, rispetto agli obiettivi assegnati ed agli indirizzi impartiti, al personale ATA, posto alle sue dirette dipendenze.

Organizza autonomamente l’attività del personale ATA nell’ambito delle direttive del dirigente scolastico. Attribuisce al personale ATA, nell’ambito del piano delle attività, incarichi di natura organizzativa e le prestazioni eccedenti l’orario d’obbligo, quando necessario. Svolge con autonomia operativa e responsabilità diretta attività di istruzione, predisposizione e formalizzazione degli atti amministrativi e contabili; è funzionario delegato, ufficiale rogante e consegnatario dei beni mobili.

Può svolgere attività di studio e di elaborazione di piani e programmi richiedenti specifica specializzazione professionale, con autonoma determinazione dei processi formativi ed attuativi. Può svolgere incarichi di attività tutoriale, di aggiornamento e formazione nei confronti del personale. Possono essergli affidati incarichi ispettivi nell’ambito delle istituzioni scolastiche.

Quanto guadagna un DSGA?

Un Direttore dei Servizi Generali e Amministrativi (DSGA) appena assunto guadagna 23.986,09 euro cui va aggiunta la tredicesima mensilità. Dunque, mensilmente lo stipendio lordo di un DSGA è di 1.998 euro lordi (circa 1.650 euro netti) per i primi 8 anni di servizio.

Dopo circa quindici anni di servizio, lo stipendio di un DSGA arriva a 29.208,64 euro lordi che corrispondono a uno stipendio lordo mensile di circa 2.434 euro (circa 2.100 euro netti).

Un DSGA, dopo circa trent’anni di servizio, può arrivare a guadagnare 34.589,53 euro lordi l’anno, ovvero 2.882 euro lordi mensili (circa 2.500 euro netti).

 

Le prove

La selezione si articolerà in:

Prova scritta;

Prova orale;

Valutazione dei titoli.

La prova scritta si svolgerà presso sedi decentrate e mediante il supporto di strumentazione informatica. Questa consisterà nella risoluzione di 60 quesiti, con quattro opzioni di risposta, di cui una sola corretta, volti a verificare la preparazione dei candidati sugli argomenti di cui all’Allegato B del regolamento, scaricabile cliccando qui. Le domande saranno così suddivise:

 

Diritto Costituzionale e Diritto Amministrativo con riferimento al diritto dell’Unione europea – 5 quesiti;

Diritto civile – 4 quesiti;

Contabilità pubblica con particolare riferimento alla gestione amministrativo contabile delle istituzioni scolastiche – 18 quesiti;

Diritto del lavoro, con particolare riferimento al pubblico impiego contrattualizzato -10 quesiti;

Legislazione scolastica – 8 quesiti;

Ordinamento e gestione amministrativa delle istituzioni scolastiche autonome e stato giuridico del personale scolastico – 12 quesiti;

Diritto penale con particolare riguardo ai delitti contro la pubblica amministrazione – 3 quesiti.

A ogni risposta esatta sarà assegnato 1 punto. Si accede alla prova orale con un punteggio di almeno 42/60.

 

La prova orale avrà una durata massima di 50 minuti e consisterà in:

un colloquio sulle materie d’esame di cui all’Allegato B, che accerta la preparazione professionale del candidato sulle medesime e verifica la capacità di risolvere un caso riguardante la funzione di DSGA (max 48 punti);

una verifica della conoscenza degli strumenti informatici e delle TIC di più comune impiego (max 6 punti);

una verifica della conoscenza della lingua inglese attraverso la lettura e traduzione di un testo (max 6 punti).

La prova orale si intenderà superata con il punteggio di almeno 42/60.

Non ci sarà la banca dati.

I candidati che superano la prova orale accedono alla valutazione dei titoli. La commissione assegna ai titoli culturali e professionali elencati nel bando un punteggio massimo complessivo di 30 punti.

Lo Snals Bari sta organizzando una serie di incontri di approfondimento per supportare i propri iscritti che vorranno sostenere il concorso. Per ricevere ulteriori informazioni serve inviare una mail all’indirizzo info@snalsbari.it si assicura pronto riscontro

 

 

Vito Masciale

 

Si è tenuto il 19 novembre, presso il Ministero dell’Istruzione e del Merito, un incontro informativo sullo schema di decreto che avvierà la sperimentazione dei percorsi quadriennali di istruzione tecnico-professionale (4+2) per l’anno scolastico 2025/2026.

La sperimentazione del percorso 4+2, che verrà testata per tre anni scolastici (2024-2027), può rappresentare un’opportunità per ripensare l’istruzione tecnica e professionale, visto l’obiettivo finale: “creare un sistema educativo capace di formare tecnologi in grado di affrontare il futuro con competenze adeguate e una visione integrata del mondo del lavoro”.

Il nuovo modello di offerta formativa integrata prevede il raccordo tra i percorsi dell’istruzione tecnica e professionale, i quali dureranno quattro anni anziché cinque, e il sistema degli Istituti Tecnologici Superiori (ITS Academy), presso cui gli studenti con diploma conseguito al quarto anno, pienamente valido anche per l’iscrizione all’Università o per entrare nel mondo del lavoro , potranno seguire direttamente, senza sottoporsi ad alcun test di ammissione,  un ulteriore biennio formativo di specializzazione e conseguire un ulteriore titolo professionale : il Diploma di tecnico superiore . Il decreto prevede la partecipazione delle Regioni alla programmazione dell’offerta formativa, tenendo conto delle esigenze degli studenti e della configurazione del mercato del lavoro sul territorio. Le scuole, statali o paritarie, che intendono aderire alla sperimentazione dovranno prima costituirsi in rete, collaborando con ITS Academy e istituzioni formative regionali. I percorsi quadriennali, a invarianza di organico, dovranno garantire il raggiungimento degli stessi obiettivi di apprendimento previsti per il quinto anno dei percorsi quinquennali tradizionali.

Questo è quanto prevede, sulla carta, la riforma. Non è nello stile dello Snals bocciare o acclamare a priori qualunque riforma che riguardi la scuola. Certo, un’idea il sindacato ce l’ha ma attendiamo di vedere cosa accadrà quando la nuova formula sarà concretamente messa alla prova nelle aule e se ci saranno riflessi importanti sul futuro lavorativo degli studenti.

Da dove nasce questa riforma? Trova origine essenzialmente nella difficoltà, segnalata ormai da anni dalle imprese, di trovare i profili professionali richiesti dalle esigenze produttive. È il cosiddetto “mismatch” tra domanda e offerta. La scuola italiana è da sempre stata accusata di essere autoreferenziale e poco incline a confrontarsi con le esigenze territorio. La formula del 4+2 punta a colmare questa lacuna. L’obiettivo principale è formare figure professionali più specializzate, denominate “tecnologi”, capaci di rispondere alle esigenze del mercato del lavoro con competenze integrate e aggiornate. Il concetto di “tecnologo” è centrale nella riforma: nelle intenzioni del legislatore, dovrebbe essere un professionista che possiede le competenze tecniche per svolgere il lavoro e sa anche gestire e coordinare un team per raggiungere obiettivi complessi. I percorsi 4+2 sono progettati per fornire una formazione multidisciplinare, che include competenze pratiche e teoriche applicabili a contesti lavorativi specifici, rispondendo alle esigenze dei territori e alle richieste delle aziende.

Cosa cambierà nel lavoro quotidiano in aula?  Partiamo dall’orario. Certamente non si recupera il monte ore totale dei 5 anni. Non si spalmano le ore del quinto anno nei quattro anni di scuola, ma si costruiscono programmi studiati per i quattro anni, non comprimendo quelli tradizionali poiché alla fine del quadriennio si devono assicurare le stesse conoscenze del quinquennio. Nel piano di studi alcune materie di indirizzo professionalizzanti si iniziano prima, anche per consentire di realizzare il PCTO con le conoscenze base. Si anticipa, quindi, ma con  lo stesso numero di ore. I percorsi prevedono attività di apprendimento organizzate con il supporto degli ITS e delle aziende partner, che potranno svolgersi al di fuori dell’orario scolastico tradizionale, come durante i periodi estivi (ad esempio, per quanto riguarda i PCTO).

L’impresa, quindi, entra nella scuola e i ragazzi escono, già dalla seconda superiore, formati per entrare in azienda.  Ci sono accordi con le imprese per il Pcto e i tirocini e si possono introdurre moduli didattici e attività laboratoriali fatti da professionisti del mondo delle imprese. La domanda è: quanto la scuola rischia di abdicare al suo ruolo formativo ed educativo? Servirà vigilare molto su questo aspetto.

L’istruzione tecnica e professionale è orientata verso il mondo del lavoro e deve fornire anche le competenze specifiche per entrare nel mondo del lavoro il più presto possibile. Questa sperimentazione   promette  di formare quadri intermedi subito pronti per essere assunti.

Sono stati ammessi alla sperimentazione 171 istituti tecnici e professionali per 193 corsi. In Puglia 25 istituti hanno creato 31 filiere ma sul territorio la diffusione è a macchia di leopardo: in provincia di Bari gli istituti sono dieci, uno nella Bat, sette a Brindisi, tre a Foggia, sei a Lecce e uno a Taranto.

La fase di sperimentazione prevede anche un piano di accompagnamento promosso da Indire. Tale piano è stato progettato per supportare le scuole nella transizione verso la nuova struttura formativa e mira a fornire assistenza tecnica, formativa e metodologica alle istituzioni scolastiche coinvolte, garantendo ai docenti e gli amministratori di potersi adattare efficacemente alle nuove modalità didattiche e organizzative.

La riforma, insomma, parte con tanti buoni propositi ma di buoni propositi, recita un detto popolare, è lastricata la via per l’inferno. Servirà un attento e puntuale monitoraggio in questa fase, in vista di un futuro coinvolgimento di tutte le scuole. Serviranno soprattutto i dati di placement (di collocamento nel mondo del lavoro) dei ragazzi che finiranno questo percorso. Per il bene dei ragazzi e del Paese ci si augura che funzioni, ma va detto che la scuola avrà bisogno di essere supportata con nuove e ingenti risorse economiche per adeguare attrezzature e laboratori ad un’evoluzione tecnologica che corre più veloce della luce. Ci saranno queste risorse?

F.TO VITO MASCIALE

 

Gentile ministro Valditara,

al netto delle celebrazioni e delle manifestazioni di sensibilizzazione per la giornata nazionale contro la violenza nei confronti del personale scolastico, voglio proporle una riflessione tra addetti ai lavori, da estendere, poi, anche all’opinione pubblica, sul fenomeno che sta minando l’autorevolezza e compromettendo la dignità del mestiere di educare. Vorrei, insieme a lei, fare il punto sulle misure poste in essere per far fronte ad un’emergenza che si sta, purtroppo, trasformando in “normalità”: le aggressioni fisiche e/o verbali nei confronti dei lavoratori della scuola da parte di studenti o genitori degli stessi per i più disparati motivi.

Era l’8 febbraio del 2023 quando, a seguito dell’allarmante aumento degli episodi di violenza nei confronti degli insegnanti e del personale scolastico all’interno degli istituti, il MIM inviò alle scuole la circolare prot. 15.184, in cui si comunicava la decisione di far difendere dall’Avvocatura generale dello Stato, in sede civile e penale, insegnanti e ATA che fossero stati vittime di aggressioni nell’esercizio delle loro funzioni. Mi sembrò un segnale positivo ma, già allora, sollevai dubbi sul rischio che la procedura prevista potesse incontrare ostacoli sul piano burocratico. Oggi colgo l’occasione per chiederle un riscontro su quell’iniziativa: quante sono state le segnalazioni fatte dai dirigenti scolastici agli Uffici Scolastici Regionali competenti e quante le situazioni effettivamente prese in carico dall’Avvocatura di Stato? Non devo ricordarle io quanto sia misero lo stipendio di un docente e quanto su questo possa incidere la parcella di un legale. A quasi due anni da quella circolare posso, però, dire con certezza che un forte sentimento di sfiducia nella possibilità di avere giustizia dei torti subiti percorre le tante segnalazioni che giungono alla segreteria regionale pugliese dello Snals. Poiché, nel frattempo, il fenomeno è divenuto endemico, in coerenza con lo Statuto del sindacato, ho deciso di studiare, insieme al mio staff, misure di prevenzione e contrasto che agissero come deterrente per i potenziali aggressori e come supporto concreto per le vittime. Sì, perché dalle barricate che ogni giorno condividiamo con i lavoratori della scuola la prospettiva è completamente diversa e l’urgenza di difendersi e di difendere diventa evidentissima e inderogabile.

La legge n.25 del 4 marzo 2024 ha introdotto, con importanti modifiche sul codice penale, un’aggravante comune per i reati commessi nei confronti del personale scolastico e tutta una serie di misure a tutela della sua sicurezza. Ottima iniziativa. Vorrei, però, sapere cosa ne è stato dell’Osservatorio nazionale sulla sicurezza del personale scolastico, previsto dalla stessa legge. Per quel che risulta leggendo regolarmente comunicati e circolari del dicastero da lei guidato, non è ancora operativo.

Nella lettera inviata a docenti e dirigenti il 2 dicembre per aprire le celebrazioni della “Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti del personale scolastico”, che quest’anno si è scelto di anticipare al 12 dicembre, lei ha colto, giustamente, l’occasione per “richiamare l’attenzione sulla necessità di proseguire nell’azione di monitoraggio degli episodi di violenza a carico del personale scolastico che dovessero continuare a verificarsi.” Lo Snals Puglia quel monitoraggio lo sta facendo in maniera sistematica dal 19 giugno scorso, data in cui è stato istituito l’Osservatorio regionale, con il compito di schedare e processare le segnalazioni a fini statistici e di studio. L’ambizione è quella di poter dialogare con l’Osservatorio ministeriale; deve solo dirci come. Da docente, ritengo fondamentale che si studino le caratteristiche del fenomeno (di qualunque fenomeno) per poter predisporre adeguati interventi di risposta. Non di meno, giudico indispensabile continuare a studiarlo per capire se gli interventi già predisposti stanno funzionando oppure necessitano di correttivi. Ispirandoci alle iniziative e alle posizioni espresse dal suo dicastero, sentendo forte la responsabilità di dare risposte immediate ai lavoratori sul territorio, abbiamo sottoscritto con l’associazione Gens Nova OdV, da vent’anni attiva sul territorio nazionale per la tutela della legalità, un Protocollo d’intesa per la sicurezza dei lavoratori della scuola. Si tratta di un pacchetto di misure che vanno dalla prevenzione alla tutela legale delle vittime. Mi piacerebbe che Snals Puglia e tutti i soggetti impegnati attivamente nel contrasto alle violenza contro il personale della scuola fossero maggiormente coinvolte in un confronto con il MIM e con gli Uffici Scolastici Regionali. A febbraio 2024 la mia segreteria aveva chiesto un tavolo di confronto sul tema all’Ufficio Scolastico Regionale della Puglia, quale emanazione del MIM, ma non è stato concesso. Mi auguro questo possa accadere nel prossimo futuro, atteso che il problema richiede sforzi congiunti e sinergie e che la mia segreteria non ha mai pensato di mettersi in competizione con nessuno. Piuttosto, ritengo che la strategia vincente nell’interesse della scuola pubblica italiana possa e debba essere sempre quella della collaborazione.

 

 

Il segretario regionale di Snals Puglia

Prof. Vito Masciale

AVVISO IMPORTANTE

Lo Snals di BARI-BAT  mette a disposizione degli iscritti e degli interessati docenti esperti nella formazione per incontri di approfondimento in presenza  per la preparazione a:

Concorso PNRR 2

Concorso DSGA

Concorso Dirigenti tecnici

Preparazione al test di accesso al TFA sostegno

Per ricevere ulteriori informazioni mandare una mail all’indirizzo info@snalsbari.it riceverete pronto riscontro

 

 

Dalle ore 14.00 di oggi, mercoledì 11 dicembre 2024, fino alle 23.59 di lunedì 30 dicembre 2024 su istanze online, sarà possibile presentare la domanda di partecipazione alle nuove procedure concorsuali ordinarie, nell’ambito del cosiddetto “concorso PNRR 2”, per le scuole di ogni ordine e grado.

Sono  19.032 posti a disposizione, di cui il 25% – pari a 4.840 cattedre – riservato al Sostegno; del totale dei posti messi a bando, 8.355 sono destinati alla Scuola primaria e dell’infanzia e 10.677 alla Scuola secondaria di I e II grado. Partecipano al concorso gli aspiranti docenti in possesso dell’abilitazione all’insegnamento.Per la Scuola secondaria possono partecipare anche coloro che, in possesso del titolo di studio previsto, hanno svolto tre anni di servizio negli ultimi cinque oppure hanno acquisito i 24 CFU/CFA previsti dall’ordinamento. Inoltre, possono partecipare con riserva coloro che non hanno ancora concluso i percorsi abilitanti attivati nell’anno accademico 2023/2024.

Per i posti di sostegno è necessario il possesso della relativa specializzazione.

 

Le procedure, gestite su base regionale, saranno articolate in tre fasi:

prova scritta computer-based: consiste in 50 quesiti a risposta multipla da svolgersi in 100 minuti, finalizzati a valutare le competenze del candidato in ambito pedagogico, psicopedagogico e didattico-metodologico, nonché le competenze digitali e la conoscenza della lingua inglese. Alla prova scritta accedono i candidati in possesso dei titoli previsti per la partecipazione al concorso;

⁠prova orale: volta ad accertare le specifiche competenze disciplinari, le competenze didattiche generali e la capacità di progettazione didattica. Vi accedono i candidati che hanno riportato un punteggio di almeno 70/100 nella prova scritta, entro il limite massimo del triplo dei posti a bando per la singola regione e classe di concorso;

valutazione dei titoli: riservata a coloro che hanno riportato un punteggio di almeno 70/100 nella prova orale.

La graduatoria dei vincitori sarà determinata nel limite massimo dei posti a bando per la singola regione e classe di concorso. Le procedure concorsuali si concluderanno entro l’estate e i vincitori saranno assunti a decorrere dal 1° settembre 2025.

Come sempre la segreteria provinciale e le sedi territoriali sono a disposizione degli iscritti per chiarimenti e per la compilazione della domanda.

 

E’ stato pubblicato, alla pagina https://reclutamento.istruzione.it/mim/dirigenti-tecnici/ e sul Portale InPA, il bando di “Concorso pubblico, per titoli ed esami, per l’assunzione a tempo indeterminato di n. 145 dirigenti tecnici per le esigenze dell’Amministrazione centrale e periferica del Ministero dell’istruzione e del merito” (DDG prot. DGRUF-2269 del 9-12-2024).

Le domande di partecipazione, per le quali occorre disporre di SPID o CIE, dovranno essere compilate online su https://reclutamento.istruzione.it/, entro le ore 18:00 del 23 gennaio 2025.

 

 

 

Il MIM-DGPER, facendo seguito all’Avviso prot. n. 136060 del 05.09.2024 emanato a riscontro delle plurime istanze di accesso agli atti, ha pubblicato l’ulteriore Avviso n. 211297 del 06 dicembre 2024 avente per oggetto: “RISCONTRO ISTANZE DI ACCESSO (ex art. 22 e ss. L. 241/1990 ed ex art. 5 D.lgs.33/2013) ALLE AUTODICHIARAZIONI ALLEGATE ALLE DOMANDE DI PARTECIPAZIONE DEI CANDIDATI DI CUI ALLA PROCEDURA DI CUI AL DM N. 107/2023” (https://www.mim.gov.it/web/guest/-/avviso-n-211297-del-06-dicembre-2024). All’avviso sono allegate le “Dichiarazioni sostitutive atto di notorietà”.

 

In merito al ricorso azione n. 4 del 2024 in data 3 dicembre si è tenuta l’udienza dinanzi al TAR del Lazio.

Ebbene, il collegio giudicante ha emesso l’ordinanza n. 21955 stabilendo di estendere il contradittorio nei confronti del: Ministero dell’economia e delle finanze e il Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR – Struttura di Missione per il PNRR.

Quindi, la prossima udienza sarà il 21 gennaio 2025.

Infine, si ricorda che  tutte le informazioni inerenti il ricorso saranno disponibili sul sito www.snals.it, nell’area ufficio legale (RICORSI proposti dall’Ufficio legale SNALS CONFSAL – Riepilogo per l’anno 2024) e sul sito di giustizia amministrativa.

Cordiali saluti.

Ufficio Legale

SNALS CONFSAL

F.to Elvira Serafini