È stata finalmente resa nota, in data 6 gennaio 2019, la Bozza del Decreto Legge “Disposizioni urgenti in materia di reddito di cittadinanza e pensioni”.

Secondo la Bozza, le norme in questione decorrono dall’1.01.2019.

Per quanto riguarda la materia pensionistica, ed in particolare il personale della scuola, i punti salienti del Decreto Legge, riportati nel Titolo II artt.14, 15 e 16, si possono riassumere così:

Pensione Anticipata

–    viene bloccato l’aumento dei 5 mesi, già contemplato nel D.M., che prevedeva per il personale scolastico la presentazione della domanda di pensionamento all’1.09.2019 entro il 12 dicembre u.s.;

–    rimangono quindi in vigore i requisiti validi al 31.12.2018, cioè 41 anni e 10 mesi per le donne e 42 anni e 10 mesi per gli uomini.

Successivamente all’approvazione definitiva del D.L. e nel caso in cui non ci siano ulteriori modifiche, sarà necessario attendere opportune comunicazioni da parte del MIUR per la riapertura dei termini di presentazione delle domande di pensionamento per coloro che, a causa dell’aumento dei 5 mesi precedentemente previsto, non hanno presentato domanda di pensionamento, ritenendo di non avere i requisiti.

Le/i docenti di scuola dell’infanzia, beneficiando delle misure relative alle categorie “lavori usuranti”, avevano già diritto a non aver applicato l’aumento dei 5 mesi. Una situazione non contemplata nelle domande di istanze online al MIUR.

Pensione di Vecchiaia

Per questa tipologia di pensionamento vengono confermati i 5 mesi di aumento e quindi dall’1.01.2019 il requisito dell’età è pari a 67 anni (66 anni e 7 mesi +5 mesi).

Quota 100

In via sperimentale questa disposizione è in vigore per tre anni, dal 2019 al 2021.

I requisiti per il pensionamento sono fissati in 62 anni di età e 38 anni di anzianità di servizio.

All’art. 14 co.7 del D.L. si legge: “Per il personale del comparto scuola e AFAM si applicano le disposizioni di cui all’art. 59 comma 9, della legge 27 dicembre 1997, n. 449“. Quindi si conferma la possibilità per detto personale di maturare i requisiti pensionistici entro il 31.12 dello stesso anno, avendo a disposizione un’unica finestra fissata al 1° settembre. Ad esempio si potrebbe andare in pensione l’1.09.2019, maturando i requisiti entro il 31.12.2019.

Per quanto concerne il pagamento della Buonuscita/TFR verrà effettuato secondo quanto previsto dalla legge Fornero e modifiche seguenti attualmente vigenti. Le singole Amministrazioni, per venire incontro ai pensionati, possono stipulare convenzioni con le banche per anticiparne il pagamento.

Opzione Donna

Dall’1.01.2019 è riservata la possibilità di accedere a tale tipologia di pensione alle lavoratrici nate entro il 31 dicembre 1959 e in possesso di un’anzianità di servizio pari o superiore a 35 anni.

Attendiamo comunque che, dopo l’emanazione del testo definitivo del D.L., siano date disposizioni e chiarimenti in merito dal MIUR.

Molti docenti della scuola dell’infanzia non hanno avuto la possibilità di presentare domanda di pensionamento a decorrere dall’1.9.2019, perché nel D.M. n. 727 del 15.11.2018 si faceva riferimento alla circolare INPS n. 62 del 4.4.2018 che prevedeva il possesso dei nuovi requisiti di accesso al trattamento pensionistico adeguati agli incrementi della speranza di vita, stabiliti dal Decreto 5 dicembre 2017, in vigore dal prossimo 1.1.2019.

Questi nuovi requisiti dal 2019 sono:

  • donne anzianità 42 anni e 3 mesi;
  • uomini anzianità 43 anni e 3 mesi;
  • età al 31.12 dell’anno di pensionamento, 67 anni.

In virtù del Messaggio INPS n. 4804, del 21.12.2018, i docenti avranno finalmente la possibilità di presentare domanda di pensionamento con i requisiti previsti al 31.12.2018:

  • donna anzianità 41 anni e 10 mesi;
  • uomini anzianità 42 anni e 10 mesi;
  • età al 31.12 dell’anno di pensionamento, 66 anni e 7 mesi.

Nel Messaggio INPS sono indicate le modalità di presentazione delle domande e la documentazione da allegare.

Si resta in attesa che il Miur emani quanto prima disposizioni in merito.

L’importo della pensione del mese di gennaio 2019, nonostante gli aumenti prodotti dalla perequazione, sarà inferiore, sia rispetto a quanto percepito nel novembre u.s. (mese che non ha le ritenute delle addizionali) sia rispetto a quanto percepito a gennaio 2018.

Non c’è da allarmarsi, la spiegazione è in una scheda del Prof. Renzo Boninsegna, che si riassume di seguito:

–    da gennaio ad aprile 2018 e nel mese di novembre non sono state applicate le ritenute relative alle addizionali;

–    nel nuovo anno, da gennaio a novembre 2019 verranno effettuate le ritenute per l’addizionale regionale e comunale;

–    a seguire, da marzo a novembre 2019 sarà applicata anche la ritenuta per l’acconto dell’addizionale comunale.

La procedura, continua il prof. Boninsegna, è a vantaggio dei pensionati, anche se sembrerebbe il contrario. Infatti, gli importi che saranno trattenuti al pensionato e pagati nel 2019 ratealmente, saranno riportati nella Certificazione Unica che a fine marzo sarà rilasciata al pensionato per la denuncia dei redditi 2018, mod. 730/2019.

Questo comporterà che l’eventuale saldo da pagare a giugno sarà inferiore, perché nel calcolo saranno conteggiate anche le somme che il pensionato pagherà ratealmente fino a novembre 2019.

pensioni

Il Miur ha dato inizio alla procedura per la collocazione in pensione  dal 1 settembre 2109 pubblicando gli atti di seguito consultabili:

 

Allegati:

ecreto-ministeriale-727-del-15-novembre-2018-cessazione-servizio-personale-scolastico-dal-1-settembre-2019

nota-50647-del-16-novembre-2018-cessazione-servizio-personale-scolastico-dal-1-settembre-2019

tabella-riepilogativa-requisiti-1decreto-ministeriale-727-del-15-novembre-2018-cessazione-servizio-personale-scolastico-dal-1-settembre-2019

Riepilogando :

Pensione di vecchiaia

A poter presentare domanda solo coloro che hanno almeno 20 anni di contributi, 66 anni e 7 mesi di età.

Dal 1 gennaio 2019, fermo restando il requisito contributivo, l’età anagrafica richiesta per accedere alla prestazione sarà di 67 anni.

Pensionamento d’ufficio

Se il requisito anagrafico viene raggiunto entro il 31 agosto 2019, è previsto il pensionamento di ufficio.

Se il requisito viene raggiunto al 31 dicembre 2019 si può presentare domanda per accedere dal 1 settembre 2019.

Pensione anticipata

Sono necessari 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne e 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini.

Dal 1 gennaio 2019, con l’aumento dell’età pensionabile, saranno richiesti 42 anni e 3 mesi di contributi per le donne

e 43 anni e 3 mesi di contributi per gli uomini.

Pensione di vecchiaia contributiva

Sono necessari almeno 20 anni di contributi (esclusi i figurativi), non possedere contributi versati prima del 1 gennaio 1996, l’assegno pensionistico non deve essere inferiore a 2,8 volte l’assegno sociale, bisogna avere 63 anni e 7 mesi di età.

Dal 1 gennaio 2019, fermi restando i primi tre punti, l’età anagrafica per accedere alla prestazione sarà aumentata a 71 anni.

Le segreterie territoriali sono a disposizione per ogni eventuale chiarimento necessario nei singoli casi specifici.

 

 

pensioni

Il personale in pensione dall’1.09.2016 o dall’1.09.2017, oltre ad aver diritto agli arretrati spettanti fino al 31.08 antecedente il pensionamento, pagati sulla partita stipendiale, avranno diritto al ricalcolo d’ufficio sia dell’importo pensionistico che della buonuscita.

Gli interessati, quindi, non dovranno produrre nessuna domanda in merito.

Viste le richieste in merito alla questione da parte di molti pensionati, onde consentire agli interessati di rendersi conto degli aumenti spettanti, si riportano di seguito i dati estrapolati dalle tabelle del contratto, relative agli aumenti riferiti, per opportunità di spazio, alle sole ultime classi stipendiali in godimento dalla maggior dei pensionandi.

Per i pensionati dall’1.09.2018, nella maggior parte dei casi, l’importo pensionistico, essendo gli interessati in servizio all’1.04.2018, è stato già calcolato con lo stipendio in godimento al 31.08.2018 e di conseguenza anche la buonuscita terrà conto degli aumenti già percepiti.

Tabella A1 – SCUOLA

Incrementi mensili della retribuzione tabellare

Valori in euro da corrispondere per 13 mensilità

Anzianità di servizio /CL Dall’1.01.2106 Dall’1.01.2017 (1)
Collaboratore Scolastico
21-27 6,0 18,00
28-34 6,20 18,80
35 6,40 19,30
Assistente Amm/Tecn
21-27 8,20 24,70
28-34 8,70 26,40
35 9,20 27,70
D.S.G.A.
21-27 9,70 29,30
28-34 10,50 31,80
35 11,30 34,30
Docente sc. El /Inf
21-27 8,30 25,00
28-34 8,80 26,70
35 9,30 28,10
I.T.P.
21-27 8,50 25,80
28-34 9,10 27,60
35 9,60 29,00
Docente Media
21-27 9,10 27,50
28-34 9,80 29,60
35 10,30 31,10
Docente secondo grado
21-27 9,60 29,20
28-34 10,30 31,10
35 10,80 32,70

(1)  Il valore a decorrere dall’1.1.2017 comprende e assorbe l’incremento corrisposto dall’1.1.2016

news

Il personale prossimo al pensionamento, ma anche il restante personale, al fine di percepire uno stipendio, una pensione e una indennità di buonuscita, corrispondente allo stipendio spettante, deve verificare che il passaggio alla classe stipendiale 21 sia avvenuto tenendo conto del periodo utile ai soli fini economici, cristallizzato al momento del riconoscimento dei servizi pre-ruolo ai fini della carriera.

Interessati a tale verifica sono i docenti immessi in ruolo dall’1.09.1995 e il personale A.T.A. in ruolo dall’1.09.1996 che abbiano avuto un servizio pre-ruolo superiore a 4 anni.

Nel decreto di ricostruzione di carriera, il servizio pre-ruolo superiore a 4 anni del personale rientrante nelle due categorie è stato suddiviso in:

  • Utile ai fini giuridici ed economici
  • Utile ai soli fini economici

e calcolato secondo la seguente tabella:

Quindi andrà verificato, per tutti, che il conseguimento della classe stipendiale 21 sia avvenuto o avverrà tenendo conto dei periodi utili ai soli fini economici temporaneamente cristallizzati e del blocco stipendiale del 2013.

pensioni

In attesa di conoscere il contenuto reale della riforma preannunciata, le cui notizie ci pervengono dai media, cerchiamo di analizzare le notizie di dominio pubblico circa la proposta di pensionamento. Le possibilità di un prepensionamento in alternativa alla Legge Fornero al momento sembrano essere:

  • Quota 41: anzianità di 41 anni di servizio utile a pensione indipendentemente dall’età anagrafica.
  • Quota 100: età anagrafica minima 62 anni e anzianità minima di servizio 38 anni. La somma deve essere pari o almeno 100.

Quindi gli abbinamenti possibili sarebbero:

38 e 62, 38 e 63, 38 e 64, 38 e 65, 38 e 66

39 e 62, 39 e 63, 39 e 64, 39 e 65 ,39 e 66

40 e 62, 40 e 63, 40 e 64, 40 e 65, 40 e 66

Si parla di una penalizzazione sull’importo pensionistico ancora da definire che sarà legata all’età, ovvero agli anni mancanti per il raggiungimento della pensione di vecchiaia, che per il 2019 e il 2020 è fissata a 67 anni.

Per la definizione della penalizzazione sembra si stia lavorando su due possibilità:

  1. un taglio dell’1% o del 1,5% per ogni anno di anticipo rispetto ai 67 anni attualmente richiesti che si tradurrebbe per chi va in pensione con 62 anni di età e 38 di contribuzione di un taglio che potrebbe variare dal 5% al 7,5%. (ricorda quanto già proposto dall’allora ministro Cesare Damiano)
  2. una penalizzazione a chi va in pensione con quota 100 o quota 41 consistente nell’applicazione del calcolo contributivo in ogni caso a partire dal 1.1.1996. L’applicazione di questa penalizzazione comporterebbe una penalizzazione intorno al 10%/15% (per la scuola comunque per effetto del lungo blocco dei contratti e quindi della mancata crescita delle retribuzioni il differenziale tra il calcolo retributivo fino al 2011 e il calcolo retributivo fino al 31.12.1995 si è molto ridotto e quindi la penalizzazione ipotizzata del 10%-15% sarà sicuramente inferiore).

Resta comunque da verificare se le suddette penalizzazioni restino applicate per tutta la durata della pensione o una volta raggiunti i 67 anni vengano abolite. Nel 2019 la penalizzazione del calcolo contributivo a partire dal 1.01.1996 riguarderebbe solo chi va in pensione con meno di 42 anni di servizio.

Dal 2021, infatti, tutti i pensionati avranno il calcolo della pensione con il sistema contributivo perché chi aveva 18 anni di anzianità al 31.12.1995, al 31.12.2021 ne avrà 44.

pensioni

Ai pensionati dovrebbero essere stati già pagati gli arretrati degli aumenti stipendiali per il servizio effettivamente prestato nel triennio. I ricalcoli verranno fatti d’ufficio dall’INPS dopo che i tecnici avranno predisposto un idoneo programma informatico.

Il nuovo Contratto 2016/2018, all’art. 36, comma 2, prevede che gli incrementi retributivi previsti per il triennio 2016/2018 sono computati ai fini “previdenziali” secondo gli ordinamenti vigenti, alle scadenze e negli importi previsti dalla tab. A1, nei confronti del personale comunque cessato dal servizio, con diritto a pensione, nel periodo di vigenza del suddetto contratto.

Agli effetti dell’indennità di buonuscita (TFS), o altri analoghi trattamenti (Indennità mancato preavviso, ecc. ecc.), nonché del trattamento di fine rapporto (TFR), si considerano solo gli aumenti maturati alla data di cessazione del rapporto di lavoro.

L’art. 37 al comma 2 prevede che l’elemento perequativo, di cui al comma 1, invece, non è computato agli effetti dell’art. 36 comma 2.

Pertanto, i lavoratori del Comparto Scuola collocati in pensione dal 1° gennaio 2016 e coloro che vi verranno collocati il 1° settembre 2018, potranno beneficiare di un aumento del trattamento pensionistico che tenga conto degli aumenti contrattuali a regime, secondo le decorrenze previste dal contratto (1 gennaio 2016, 1 gennaio 2017 e 1 marzo 2018) e degli eventuali arretrati maturati.

Ai pensionati dovrebbero essere stati già pagati gli arretrati degli aumenti stipendiali per il servizio effettivamente prestato nel triennio.

Il pensionato non deve fare alcuna domanda, solo aspettare con pazienza.

I ricalcoli verranno fatti d’ufficio dall’INPS dopo che i tecnici avranno predisposto un idoneo programma informatico.

 “Dalle Segreterie territoriali abbiamo ricevuto un gran numero di segnalazioni per il mancato pagamento della quattordicesima 2018 dovuta entro il 2 luglio ai pensionati che percepiscono un reddito mensile fino a 1014,84 euro lordi.  Per ovviare a questi disguidi ed ottenere il pagamento della quattordicesima, l’INPS ci ha fatto sapere che gli aventi diritto devono provvedere ad avviare quanto prima la pratica di ricostruzione della pensione”. E’ quanto ha dichiarato Angelo Raffaele Margiotta, Segretario Generale della CONFSAL, in merito al ritardato pagamento della quattordicesima ai pensionati a basso reddito.

“Abbiamo, però, il fondato timore che per espletare la pratica della ricostruzione pensionistica, l’INPS possa impiegare tempi lunghissimi, mesi o addirittura un anno. Per questo chiediamo all’INPS di velocizzare queste procedure per garantire a chi si trova in oggettive difficoltà economiche, spesso aggravate da condizioni di salute precarie dovute all’avanzare dell’età, di poter godere in tempi brevi di un diritto dovuto”, ha proseguito Margiotta.

“A questo punto attendiamo una risposta sulla tempistica necessaria a rimediare a questi disguidi che stanno causando non poche preoccupazioni a famiglie in seria difficoltà economica”, ha concluso Margiotta

pensioni

Incontro Certificazione Contributi Previdenziali

In data 17 luglio 2018, alle ore 10, presso la sede del Ministero di Viale Trastevere si è svolto l’incontro sulla certificazione contributi previdenziali con il Capo di Gabinetto Cons. Giuseppe Chinè e i responsabili dell’Istituto Nazionale Previdenza Sociale. Scopo dell’incontro è stato quello di fare il punto sulla situazione delle richieste di pensionamento per l’anno in corso e le relative certificazioni dei contributi previdenziali da parte dell’INPS. Ad inizio seduta il dott. Chinè ha comunicato  che le domande di pensione presentate quest’anno,  a livello nazionale, ammontano a circa 42.000, mentre lo scorso anno sono state circa 28.000 con un incremento attuale del 30% delle verifiche di certificazione dei contributi previdenziali. Ad oggi sono state evase 36.000 certificazioni positive. Ha ribadito, inoltre, che le pratiche ancora da verificare da parte dell’Ente si aggirano intorno al 10,99%, mentre lo scorso anno, nello stesso periodo di riferimento, la  percentuale era pari al 15,72 del totale. Pertanto, ha rassicurato che non esiste nessuna situazione emergenziale e il lavoro compiuto sino ad oggi dall’Amministrazione unitamente a quello dell’INPS va sicuramente apprezzato. Gli stessi funzionari dell’INPS, presenti all’incontro, hanno affermato che dato il numero cospicuo di pratiche è stato fatto un lavoro quantitativamente migliore rispetto allo scorso anno. Allo stato attuale rimangono 4.580 richieste di pensione respinte e si arriverà a certificarne ancora 500/600. Permangono grosse problematiche di certificazione soprattutto nelle città di Roma e Milano dove rispettivamente ne rimangono da effettuare 500 e 400. Per risolvere tale problematica lo Snals e le altre OO.SS. hanno proposto di dar vita a tavoli provinciali costituiti da OO.SS., Patronati, INPS e AT al fine di valutare le singole situazioni che dovessero presentare criticità non ascrivibili al lavoratore. In particolare lo Snals ha proposto di prendere in considerazione l’ipotesi di una certificazione con riserva con possibilità di recupero di quanto accreditato indebitamente a seguito di successive e complete verifiche. Lo Snals e le altre OO.SS. presenti hanno espresso forti perplessità sui 4.580 dinieghi pervenuti dall’INPS ai diretti interessati per mancanza di requisiti, facendo rilevare che detta cifra verrebbe sottratta alle immissioni in ruolo e al tempo stesso precluderebbe la strada della pensione a molti colleghi. Infine lo  Snals ha chiesto, con forza, al Capo di Gabinetto dott. Chinè il differimento della prescrizione per l’allineamento dei contributi previdenziali che tanta preoccupazione e ansia sta creando nei dipendenti. Il dott. Chinè si è impegnato, personalmente, a sottoporre al Ministro tutte le problematiche emerse  e ha preso in considerazione l’eventualità di convocare quanto prima un ulteriore incontro per meglio analizzare la questione.

 

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