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Riportiamo una scheda sintetica sui permessi elettorali:

 

 

Lavoratori che si recano a votare in un comune diverso da quello ove prestano servizio ·         Non è previsto alcun permesso specifico per recarsi a votare in un comune diverso da quello dellasede di servizio, a meno che il dipendente non risulti trasferito nell’approssimarsi dell’elezione o del referendum e, pur avendo provveduto entro il termine prescritto di 20 giorni a chiedere il trasferimento di residenza, non abbia ottenuto in tempo l’iscrizione nelle liste elettorali nel nuovo comune di servizio.

·         In questo caso i permessi sono retribuiti e sono concessi secondo i seguenti criteri:

·         un giorno per le distanze da 350 a 700 chilometri;

·         due giorni per le distanze oltre i 700 chilometri o per spostamenti da e per le isole.

·         In tutti gli altri casi sussiste il diritto del dipendente a chiedere ed ottenere permessi o ferie per raggiungere il proprio comune di residenza e precisamente:

  • Il personale a tempo indeterminato può usufruire dei permessi retribuiti di cui all’art. 15, comma 2, del CCNL 29.11.2007 (i tre giorni per motivi personali e familiari);
  • il personale docente, se ha esaurito i 3 giorni, può usufruire anche dei 6 giorni di ferie di cui all’art. 13, comma 9.
  • Il personale a tempo determinato può usufruire dei 6 giorni di permesso non retribuito di cui all’art. 19, comma 7, del CCNL 29.11.2007;
  • il personale docente a tempo determinato, se ha esaurito i 6 giorni di permesso, può usufruire anche dei 6 giorni di ferie di cui all’art. 13, comma 9.
Per adempiere alle funzioni di componente il seggio elettorale ·         A tutto il personale a tempo indeterminato o a tempo determinato (anche supplente temporaneo) spettano i giorni occorrenti per le operazioni di voto e di scrutinio.

·         Per i giorni festivi o non lavorativi compresi nel periodo di svolgimento delle operazioni elettorali spettano anche riposi compensativi.

·         Il beneficio spetta a tutti i componenti il seggio elettorale: presidente, scrutatore, segretario, rappresentanti di lista o dei promotori del referendum.

·         Poiché l’attività prestata presso i seggi elettorali è equiparata ad attività lavorativa, il dipendente, nei giorni coincidenti con le operazioni elettorali, è esonerato da eventuali obblighi di servizio anche se collocati in orario diverso da quello di impegno ai seggi (es. in servizio al sabato mattina e impegnato al seggio nel pomeriggio: ha diritto di assentarsi per tutta la giornata di sabato).

·         Secondo l’orientamento della Corte Costituzionale, il lavoratore ha diritto al recupero delle giornate festive o non lavorative, destinate alle operazioni elettorali, nel periodo immediatamente successivo alle stesse.

 

Il personale impegnato nella scuola che parteciperà a vario titolo a queste elezioni, in particolare nei ruoli di Presidente, scrutatore nel seggio o rappresentante di lista hanno diritto al riposo compensativo post elettorale.

 

Assenza è giornata lavorativa

Normativa di riferimento: art. 119 del T.U. n. 361 del 30/3/1957, come modificato dall’art 11 della legge n. 53 del 21/3/1990, e dell’art. 1 della legge 29.1.1992, n. 69.

A tutti i dipendenti (con contratto a tempo indeterminato e determinato anche temporaneo) è riconosciuto il diritto di assentarsi per la durata delle operazioni di voto e di scrutinio. L’assenza è considerata attività lavorativa a tutti gli effetti.

 

Riposi compensativi

Ai sensi della C.M. n. 132 del 29 aprile 1992, prot. 16888/740/MS. gli interessati hanno diritto a recuperare le giornate non lavorative di impegno ai seggi con giorni di recupero compensativo: due giorni successivi alle operazioni elettorali (se il sabato è non lavorativo), o nel giorno successivo (se il sabato è lavorativo)

 

LEGGE 29 gennaio 1992, n. 69

 

 

La Camera dei deputati ed il Senato della Repubblica hannoapprovato;

 

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

PROMULGA

la seguente legge:

 

Art. 1.

 

  1. Il comma 2 dell’articolo 119 del testo unico delle leggi recantinorme per la elezione della Camera dei deputati, approvato condecreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, comesostituito dall’articolo 11 della legge 21 marzo 1990, n.53, vainteso nel senso che i lavoratori di cui al comma 1 dellostessoarticolo 119 hanno diritto al pagamentodi   specifiche   quoteretributive, in aggiunta alla ordinaria retribuzione mensile, ovveroa  riposi  compensativi,  per  i  giorni  festivi  o  non  lavorativieventualmente  compresi  nel  periodo di svolgimento delle operazionielettorali.

La presente legge, munita del sigillo dello Stato, sara’ inseritanella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica

italiana. E’ fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e di farla

osservare come legge dello Stato.

 

Data a Roma, addi’ 29 gennaio 1992

COSSIGA

ANDREOTTI, Presidente delConsiglio dei Ministri

Visto, il Guardasigilli: MARTELLI

 

 

AVVERTENZA:

Il testo della nota qui pubblicato e’ stato redatto ai sensi   dell’art.  10, comma 3, del testo unico delle disposizioni sulla    promulgazione delle leggi,sull’emanazione dei decreti del Presidente della Repubblica e sulle pubblicazioni ufficiali della Repubblica italiana,approvato con decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 1985, n. 1092, al solo fine di facilitare la lettura della disposizione di legge alla quale e’ operato il rinvio e della quale restano invariati il valore e l’efficacia.

 

Nota all’art. 1:

–  L’art.  119 del testo unico delle leggi recanti norme per la elezione della Camera dei deputati,approvato con D.P.R.  n.361/1957, come sostituito dall’art. 11 della legge n. 53/1990, e’cosi’ formulato:

“Art. 119. – 1. In occasione di tutte le consultazioni elettorali disciplinate da leggi della Repubblica o delle regioni, coloro che adempiono funzioni presso gli uffici elettorali, ivi compresi i rappresentanti di lista o di gruppo di candidati nonche’, in occasione di referendum, i rappresentanti dei partiti o dei gruppi politici e dei promotori del referendum, hanno diritto ad assentarsi dal lavoro per tutto il periodo corrispondente alla durata delle relative operazioni.

  • I giorni di assenza dal lavoro compresi nel periodo di cui al comma 1 sono considerati, a tutti gli effetti, giorni di attivita”lavorativa”.

 

 

 

 

 

Circolare ministeriale n. 132 del 29 aprile 1992 prot. n. 16888/740/MS
Personale chiamato ad adempiere funzioni presso gli Uffici elettorali.
Legge 29 gennaio 1992, n. 69

Sulla Gazzetta Ufficiale – serie generale – n. 36 del 13 febbraio 1992 è stata pubblicata la legge 29 gennaio 1992, n. 69, il cui art. 1 – comma 1 – sancisce:

“Il comma 2 dell’art. 119 del Testo Unico delle leggi recanti norme per l’elezione della Camera dei Deputati, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, come sostituito dall’art. 11 della legge 21 marzo 1990, n. 53, va inteso nel senso che i lavoratori di cui al comma 1 dello stesso art. 119 hanno diritto al pagamento di specifiche quote retributive, in aggiunta all’ordinaria retribuzione mensile, ovvero a riposi compensativi, per i giorni festivi o non lavorativi eventualmente compresi nel periodo di svolgimento delle operazioni elettorali”.

Circa l’applicazione della su riportata disposizione al personale dipendente statale lo scrivente ha chiesto chiarimenti al Ministero del Tesoro – Ragioneria Generale dello Stato – IGOP -, il quale, con telegramma n. 122748 del 3 aprile 1992, ha precisato quanto segue:

“Codesto Ministero ha chiesto di conoscere modalità applicative articolo 1 legge 29 gennaio 1992, numero 69, recante interpretazione autentica, comma 2, articolo 119, D.P.R. 30 marzo 1957, numero 361, come sostituito da articolo 11 legge 21 marzo 1990, numero 53, secondo cui per lavoratori impegnati in operazioni elettorali est previsto pagamento specifiche quote retributive ovvero riposo compensativo per giorni festivi aut non lavorativi compresi in periodo svolgimento suddette operazioni. Proposito, premesso che previgente normativa aveva dato adito at dubbi interpretativi ambito settore privato, ritienesi che per quanto riguarda dipendenti civili Stato sia tuttora valida, et ciò anche in presenza nuova normativa recata da citata legge numero 69, circolare Presidenza Consiglio Ministri – Dipartimento Funzione Pubblica 8 maggio 1990 numero 50.556/10.0.235 che prevede sia per domenica sia per sabato, caso articolazione orario di servizio settimanale su cinque giorni, diritto at riposo compensativo con esclusione, pertanto, possibilità opzione per pagamento quote retributive attesa fra altro mancata previsione conseguente onere aggiuntivo”.

 

Circolare telegrafica Ministero della Funzione Pubblica n. 75 del 18 marzo 1992
Circolare telegrafica del Ministero della Funzione Pubblica n. 75 del 18 marzo 1992

Questa Presidenza Consiglio Ministri – Dipartimento Funzione Pubblica, di intesa con ufficio coordinamento amministrativo medesima Presidenza et Ministero Tesoro – Ragioneria Generale Stato – I.G.O.P. – stante imminenza elezioni politiche 5 e 6 aprile p.v. et at fine consentire esercizio diritto voto at pubblici dipendenti che non habent trasferito residenza anagrafica nel Comune sede servizio, comunica che at medesimi debet essere concesso, in via eccezionale, congedo straordinario di cui at art. 37 del D.P.R. 10 gennaio 1957, n. 3 nei limiti temporali indicati dal Ministero Tesoro – Ragioneria Generale dello Stato – I.G.O.P. – nella circolare telegrafica n. 23 del 10 marzo 1992.

Conseguentemente congedo straordinario suddetto potest essere usufruito da interessati entro seguenti limiti temporali, comprensivi tempo occorrente viaggio andata e ritorno sede servizio, un giorno se località sunt distanti da 350 a 700 chilometri et due giorni per distanze superiori a 700 chilometri aut per spostamenti da isole, esclusa Sicilia, in altre località del territorio nazionale, compresa Sicilia, et viceversa.

In allegato la circolare dell’ufficio III dell’USR Puglia area territoriale di Bari

con le indicazioni per la presentazione della domanda di partecipazione come

componente di commissione  ai prossimi esami di stato

circolare provveditorato

C-3-17-5-201allegato circolare provveditorato

personale ata

Il 15 maggio, presso l’ARAN, si è riunita la Commissione per l’Ordinamento professionale ATA, per proseguire i lavori legati alla revisione dei profili. Il Dott. Mastrogiuseppe ha inteso proseguire quanto fatto nell’incontro precedente indicando la modalità di lavoro, per poter giungere a dei risultati concreti, pur nell’ambito dei vincoli normativi esistenti, sottoponendo all’attenzione le principali criticità individuate, quali:

  • La descrizione dei contenuti delle aree e dei profili professionali, che dovrebbero essere modificati approfondendo maggiormente i contenuti delle Aree e riflettendo sulla rispondenza dei profili rispetto all’attuale organizzazione del lavoro
  • La reggenza e la sostituzione dei DSGA, che potrebbe essere trattata all’interno dell’ordinamento dei profili
  • Gli istituti collegati all’ordinamento del personale quali la progressione economica verticale, che potrebbe essere rivista nelle procedure
  • Aree professionali non popolate (Area C e As in particolare)

Le OO.SS., apprezzando il metodo di lavoro proposto dall’Amministrazione, sono quindi intervenute per segnalare innanzi tutto l’urgenza che la revisione dell’ordinamento professionale riveste e chiedendo quindi di accelerare il più possibile i lavori della Commissione e, successivamente indicando ulteriori criticità.

Tutti si sono trovati d’accordo circa il fatto che il lavoro sia molto cambiato in questi anni e che si richieda una sempre maggiore professionalità al personale, fatto questo che mette in evidenza la mancanza di formazione e le lacune del sistema di reclutamento. Così come si è sottolineata la necessità di introdurre la figura dell’assistente tecnico in tutte le istituzioni scolastiche, vista la sempre maggiore diffusione di strumentazione multimediale.

E’ stata sottolineata la mancata costituzione dell’Area C, che da sola risolverebbe i molti problemi legati alla gestione della sostituzione del DSGA e, comunque, sia la reggenza che la sostituzione del DSGA potrebbero essere previste dal CCNL per avere definitivamente chiarezza circa le procedure di gestione di tali incarichi, così come dovrebbe essere inserito nel contratto la mobilità professionale verticale.

La valorizzazione del personale è un’altra criticità da considerare anche perché le posizioni economiche, ancora bloccate, possono essere comunque soggette a miglioramenti ma sono attribuite solo dopo un percorso di formazione che consente al personale di acquisire competenze significative.

Infine si è posta l’attenzione sull’attività di primo soccorso, che attualmente è affidata ai collaboratori scolastici dopo la frequenza di un breve corso di formazione. Si è proposto di introdurre una figura di operatore socio assistenziale per il soccorso e per la somministrazione dei farmaci.

Dopo aver ascoltato i vari interventi, il Dott. Mastrogiuseppe ha ribadito l’importanza di questo lavoro di revisione, sottolineandone le difficoltà legate anche l’orizzonte temporale da considerare, che deve essere piuttosto ampio e portare a considerare anche come sarà il lavoro del futuro.

Ha quindi chiesto di porre l’attenzione sul funzionamento dell’assetto attuale, prima di entrare nel merito della definizione dei nuovi profili, e di ripensare ai contenuti per Area ponendo attenzione più alle competenze che ai compiti, per evitare un aumento della conflittualità e irrigidimento del lavoro. Prima del prossimo incontro, che dovrebbe essere tra il 10 e il 14 di giugno, sarà fornito del materiale con le indicazioni dell’Amministrazione per poter elaborare proposte concrete.

 

L’intesa siglata tra il Governo e le Organizzazioni sindacali del Comparto Istruzione e Ricerca

 

 

 

Comunicato congiunto 

 

Istruzione e Ricerca, a palazzo Chigi firmata un’intesa per il rilancio dei settori della conoscenza.

Sospeso lo sciopero del 17 maggio, prosegue la raccolta firme contro la regionalizzazione

 

A seguito di una notte intera di confronto, a tratti serrato, oggi a palazzo Chigi le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative del comparto istruzione e ricerca (FLC- Cgil, Cisl FSUR, Federazione UIL Scuola RUA , SNALS Confsal, Gilda-Unams) hanno sottoscritto un’intesa con il Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, e con il Ministro dell’Istruzione Marco Bussetti.

Si è dunque rivelata utile e positiva la disponibilità, manifestata dal Presidente del Consiglio e dal Ministro dell’istruzione, al confronto con i sindacati della Scuola, dell’Università e AFAM e della Ricerca; è per questo auspicabile che lo svolgimento di corrette relazioni sindacali sia sempre più valorizzata come scelta di metodo permanente e ordinaria, non solo come risposta a iniziative di mobilitazione.

Nel merito, dopo che le organizzazioni sindacali hanno ribadito temi e obiettivi alla base della proclamazione dello sciopero, si è giunti alla definizione di un testo di possibile intesa che muove da una chiara e condivisa considerazione del ruolo assegnato alla scuola per garantire identità e unità culturale del Paese, anche attraverso l’unitarietà dello stato giuridico del personale, il valore nazionale dei contratti, un sistema nazionale di reclutamento del personale e le regole per il governo delle scuole autonome.

Per quanto riguarda il rinnovo del CCNL, il governo si è impegnato a stanziare risorse per il triennio 2019-21 per recuperare la perdita del potere d’acquisto degli stipendi dell’intero comparto. A tal fine, entro il triennio di vigenza contrattuale saranno reperite ulteriori risorse destinate al personale della scuola per allineare gradualmente gli stipendi alla media di quelli degli altri Paesi europei.

Sul versante del contrasto alla precarietà, il governo si impegna ad attivare un piano di stabilizzazione del personale non di ruolo, con particolare attenzione ai docenti precari con tre anni di servizio, riconoscendone l’esperienza in tal modo maturata all’interno di un percorso riservato finalizzato alla immissione in ruolo.

Un significativo passaggio dell’intesa riguarda la valorizzazione del personale ATA attraverso il riavvio della mobilità professionale a partire dagli assistenti amministrativi facenti funzione di DSGA.

Per i dirigenti scolastici, di cui l’intesa prevede il pieno riconoscimento del ruolo e delle connesse responsabilità, si conviene l’attivazione di un tavolo specifico che affronti le principali criticità denunciate in occasione della indizione dello sciopero.

Assumendo l’obiettivo di un forte rilancio dei settori della conoscenza come opportunità di crescita per lo sviluppo del Paese, l’intesa prevede per Università e Ricerca l’impegno del Governo a promuovere un intervento normativo per consentire maggiore flessibilità nell’utilizzo e nella determinazione dei fondi del salario accessorio. Per quanto attiene l’AFAM, si conviene di confermare e accelerare il processo di statizzazione già avviato. Previste inoltre azioni del governo volte al completamento del processo di stabilizzazione del personale precario degli enti di ricerca, un piano di stabilizzazione per iI personale che svolge attività di ricerca e didattica, nonché di assistenza tecnica e amministrativa, nelle Università.

Su tutte le questioni poste si è riscontrata la possibilità di una proficua riapertura del confronto con il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca; a tal fine si è convenuto di attivare immediatamente tavoli tecnici di confronto attraverso i quali dare piena attuazione ai contenuti dell’intesa politica.

Lo sciopero del 17 maggio 2019 è pertanto sospeso, mentre sono confermate tutte le attività di raccolta delle firme a contrasto dei progetti di regionalizzazione del sistema dell’istruzione.

Roma, 24 aprile 2019

 

 

 

 

Comunicato SNALS –

I sindacati del Comparto Istruzione e Ricerca sono stati convocati dal Governo a Palazzo Chigi martedì 23 aprile alle ore 20.

Si tratta di un primo successo dello stato di mobilitazione proclamato dallo SNALS Confsal e dalle altre sigle sindacali.

Vedremo se l’iniziativa del Governo sarà utile per l’avvio di un confronto concreto sui temi irrinunciabili della lotta dei lavoratori della scuola. Per lo SNALS Confsal l’esclusione della scuola dal disegno dell’autonomia differenziata , il rinnovo del contratto , la stabilizzazione dei personale precario docente ed ata sono le priorità della scuola.

La presenza del Ministro Bussetti all’incontro rappresenta un’occasione importante per assumere impegni politici vincolanti per l’amministrazione.

Lo Snals valuterà con attenzione le analisi e le proposte dell’esecutivo, dichiarandosi disponibile a riconsiderare le iniziative di mobilitazione solo in presenza di elementi concreti,cioè di adeguate risorse per l’allineamento degli stipendi del personale della scuola a quelli della media europea , di impegni politici per escludere la scuola dai disegni di regionalizzazione e di azioni concrete tese a garantire l’assunzione dei docenti e degli ata che da anni prestano servizio nella scuola.

Dichiarazioni generiche su promesse di investimenti in capitale umano senza le corrispondenti risorse nel documento di programmazione economica e finanziaria in corso di elaborazione non ci interessano .

Per il momento restano confermate tutte le azioni di lotta previste , compreso lo sciopero del 17 maggio.

Vi i formeremo tempestivamente sugli esiti dell’incontro e sulle modalità di prosecuzione delle iniziative di mobilitazione.

 

Serafini (SNALS): aumenti stipendiali sostanziali, concorsi riservati per precari, stop regionalizzazione o sciopero

di Vincenzo Brancatisano      17 Apr 2019 – 6:59

 

Ci devono essere segni concreti favorevoli a un aumento sostanziale degli stipendi, alla valorizzazione del personale Ata, a un riconoscimento concreto per il personale precario, con concorsi riservati veloci, e allo stralcio radicale dell’istruzione dai progetti di regionalizzazione.

Solo a queste condizioni lo Snals potrebbe rivedere la propria posizione in merito alla proclamazione dello sciopero della scuola indetto per il 17 maggio. Elvira Serafini, segretario generale di Snals-Confsal, dice di non credere più alle favole e si attende dal Governo e in particolare dal ministro Bussetti un atto di buona volontà in occasione di un imminente incontro con i sindacati. Un incontro ulteriore, rispetto agli altri due, il primo con il tentativo di conciliazione risultato poi infruttuoso e l’ultimo avvenuto la sera del 9 aprile”.

Professoressa Elvira Serafini, com’è andata?

Avevamo fatto il tentativo di conciliazione che non ha dato risultati. E’ andato deserto perché non è stato portato sul tavolo un bel niente. Se si parla di conciliazione ambedue le parti devono proporre qualcosa di costruttivo. Deve essere una cosa sostanziale, dunque occorre essere disposti a mettere qualcosa sul tavolo. Ma non c’è stata nessuna proposta seria da parte del governo. E’ stato tutto rinviato a un incontro successivo”.

E nell’incontro successivo ci sono state delle aperture da parte del ministro dell’Istruzione che possano scongiurare lo sciopero?

“Avevamo chiesto che fosse un incontro serio. E il 9 aprile in serata, il ministro ci ha detto che si sarebbero avviati il concorso ordinario per il mese di maggio, per le scuole primaria e infanzia, e a luglio per la secondaria. A noi stanno bene i concorsi, ovviamente, ma non è quella la soluzione del precariato. I concorsi ci vogliono ma, ripeto, non è la soluzione. Allora abbiamo insistito e chiesto al ministro che portasse risposte serie ai nostri quattro punti”.

E lui?

“Si è stretto sulle spalle e ha rinviato tutto a un possibile incontro successivo dove avrebbe portato risposte concrete dopo aver parlato con il premier Conte e il ministro Tria. A tutt’oggi, tuttavia, non si parla di incontri”.

Intanto è stato presentato il Def.

“Abbiamo un Def che ha confermato una situazione negativa nel pubblico impiego. Si segnala il rinnovo contrattuale fino al 2021 ma con incrementi irrisori. Ricordo che l’emergenza salariale è ciò che ha spinto noi e gli altri sindacati a proclamare lo sciopero. Non servono altre parole, ma troppe ne sono state dette in merito agli stipendi europei E bastano queste poche righe contenute nel Def per rafforzare il nostro obiettivo e convincere la categoria, ormai svilita da anni di disattenzione dei governi di turno, che questo è il momento di far sentire la protesta da parte dell’intero comparto”.

Ma di quanto dovrebbe aumentare lo stipendio dal vostro punto di vista?

“Chiediamo che siano portati ai livelli dell’Eurozona. Sappiamo bene che al momento è impossibile, ma parliamone. Chiediamo una disponibilità a trattare per vedere se in proiezione di un futuro migliore si possa trovare un varco tra il sindacato e il governo. Ma non è solo la parte economica che ci interessa. C’è anche la parte normativa. Sediamoci e cerchiamo di capire se il governo vuole impostare un atto di indirizzo, con una proposta da portare al tavolo. Sarebbe questo un segno concreto”.

Stipendi fermi e precariato crescente. Come se ne esce?

“Lo abbiamo già detto e scritto più volte. Ci serviamo di questi professioni da decenni, abbiamo usato la loro funzione da decenni, dovremmo ormai ratificare il loro rapporto a tempo indeterminato con un concorso straordinario, con un percorso accelerato. Non si può usare gente, prima considerata docente a tutto tondo, e poi a giugno lasciarla in uno stato di attesa del nuovo anno scolastico per una nomina a settembre o a ottobre attendere settembre e ottobre. Non è possibile. Chiediamo la stabilizzazione del personale. E il problema ancor di più si presenterà a settembre prossimo dopo che saranno andati in pensione tanti docenti con la Quota cento. Ripartirà la scuola ancora una volta con i precari, anzi con i supplenti, come dice il ministro Bussetti”.

Perché questa precisazione?

“Lui dice che precario esprime una condizione di disagio, il supplente invece va a coprire e svolgere le funzioni di un docente di ruolo nelle sue finzioni”.

Non ci sono solo i docenti nelle vostre rivendicazioni

“Esatto. Ci preoccupa molto la condizione del personale Ata. Oggi nelle segreterie si fa di tutto e di più, dalla valutazione dei titoli alle graduatorie. E oggi si chiede anche la valutazione dei pensionamenti, dove a monte non è stato fatto alcun corso di preparazione. La valutazione della posizione pensionistica, comprensiva della verifica dei periodi figurativi e di tanto altro, se prima la faceva l’Ufficio scolastico assieme all’Inps, oggi viene chiesta al personale Ata, che oltretutto non è stato formato e dunque non si sa neppure quali errori siano stati fatti. Abbiamo preso posizione più volte. Tutti i sindacati hanno deciso di occuparsi di questo segmento che è in grande disagio. Tante scuole inoltre sono senza il Dsga e a tutt’oggi c’è un nulla di fatto sul concorso e non so come le scuole possano andare avanti senza un dirigente. In molte scuole i dirigenti amministrativi sono sostituiti da assistenti amministrativi che lavorano bene ma poi al momento opportuno potrebbero avere un riconoscimento che invece non c’è, così quando sono stati banditi i concorsi, non sono stati previsti concorsi riservati ma solo accantonamenti. E il problema, si badi, è più grave oggi, poiché al 1 settembre prossimo ci saranno tanti posti vuoti e ancora una volta gli assistenti amministrativi saranno chiamati a svolgere le loro funzioni. Per non parlare del loro salario: non c’è una corrispondenza adeguata degli stipendi rispetto agli impegni richiesti”.

Veniamo al progetto di regionalizzazione della scuola, ulteriore motivo di scontro.

“Chiediamo con forza che non si smembri il sistema scolastico. La regionalizzazione non riguarda solo la scuola e può essere che vada bene per gli altri settori indicati dalla riforma. Ma a noi interessa che l’istruzione sia tenuta fuori dalla regionalizzazione, perché su tutto il territorio ci sia una scuola uguale per tutti senza differenze tra scuole del Nord e del Sud”.

E la regionalizzazione riguarderebbe anche il personale, almeno per Lombardia e Veneto.

“Infatti. Ed è possibile che ci siano delle differenze contrattuali , visto che i contratti sarebbero regionali, con un sistema di valutazione deciso dalla Regione, magari corrisponderebbero al partito politico del momento”.

Pensa che le differenze di trattamento potrebbero essere sostanziali nelle diverse regioni?

“Non c’è scritto da nessuna parte ma potrebbero essere di qualche centinaio di euro al mese ma il personale dovrebbe poi rispondere a delle richieste diverse da quelle dei contratti nazionali. Il pacchetto orario attuale del Trentino prevede 20 ore, come ha ricordato un collega nel corso di un’assemblea a Mestre. E se il docente invece di 18 ore ne fa 20 questo si ripercuote sugli organici e sui posti di lavoro. Infine, contratto regionale significa essere bloccati in regione e non poter partecipare alla mobilità a livello nazionale. Anche i dirigenti potrebbero essere nominati dalla Regione. Con questa sciopero ribadiremo che siamo contrari alla regionalizzazione”.

I docenti risponderanno alla vostra chiamata, il 17 maggio? Non avete paura di fare un autogol?

“Sono cinque sigle sindacali fortemente rappresentative. Qualche preoccupazione se la dovrebbero creare al Ministero. Noi non abbiamo paura di autogol, andiamo avanti a gamba tesa. Se ci saranno proposte serie le prenderemo in considerazione e le valuteremo. Le favole sono finite, siamo disposti a parlare solo di fatti concreti”.

 

17 Apr 2019 – 6:59 – Vincenzo Brancatisano

Leggi l’intervista su Orizzonte Scuola

Il 12 aprile 2019, a Bari, i sindacati del comparto Istruzione e Ricerca, hanno incontrato centinaia di RSU e delegati di scuola tutti concordi nell’esprimere il netto dissenso nei confronti del progetto di autonomia differenziata, figlio di una visione egoista e autoreferenziale della crisi che rischia di abbattersi come un autentico terremoto sull’intero comparto dell’istruzione e ricerca.

Dai numerosi interventi è emersa netta e chiara la consapevolezza che regionalizzare la scuola pubblica significa:

  • introdurre Integrazioni salariali differenziate regionalmente;
  • Indebolire il Contratto nazionale dei lavoratori della scuola attraverso differenziazioni stipendiali e di lavoro;
  • Eliminare l’autonomia scolastica e consegnarla alla volontà politica regionale;
  • regionalizzare gli organici per assumere i docenti con regole variabili da regione a regione;
  • regionalizzare la dirigenza scolastica;
  • regionalizzare i fondi regionali per l’edilizia scolastica ;
  • consentire che nascano istituti e studenti di serie A e di serie B a seconda della ricchezza delle Regioni;
  • Avere 20 sistemi scolastici, uno per ogni regione, con un inevitabile aumento del divario tra regioni più o meno ricche;
  • sottomettere le scuole alle scelte politiche ed economiche di ogni singolo Consiglio regionale.

I sindacati e il mondo dell’associazionismo pugliese chiamano pertanto alla mobilitazione il mondo della scuola, dell’università e della società civile per fermare un disegno politico disgregatore dell’unità e della coesione sociale del Paese: la scuola della Repubblica, che esprime l’interesse generale del Paese, deve continuare a essere a carico della fiscalità generale nazionale.

Venerdì 17 maggio il comparto “Istruzione e Ricerca” si ferma perciò per uno sciopero unitario nazionale visto che il ministro Marco Bussetti non ha dato risposte esaustive in merito alla nostra piattaforma unitaria a cominciare dalle risorse.

Chiediamo infine che il comparto “Istruzione e Ricerca” venga escluso da ogni tentativo di regionalizzazione e a tal fine abbiamo avviato anche una raccolta di firme nelle scuole e anche nelle piazze, cominciando con un banchetto sabato 13 marzo alle ore 17.00 in corso Vittorio Emanuele a Bari.

L’istruzione deve rimanere un sistema nazionale e non crediamo che i problemi si risolvano con il passaggio di competenze alle singole regioni, nè che docenti e personale amministrativo possano essere pagati diversamente in base a dove lavorano. Temi come salario, diritto all’istruzione e stabilizzazione dei precari, riguardano l’Italia intera.

Il Decreto “concretezza”, passato alla Camera dei Deputati, introduce nuove modalità di controllo della presenza in servizio del personale ATA e impone per la prima volta ai Dirigenti scolastici la registrazione della presenza in servizio con il sistema delle impronte digitali.

Per lo Snals-Confsal si tratta di una evidente violazione delle vigenti norme contrattuali che regolano il rapporto di lavoro dei dirigenti scolastici. L’orario di lavoro dei dirigenti scolastici è regolato da criteri di flessibilità ed auto-organizzazione che riconducono alla complessità della gestione unitaria delle scuole autonome, connotata da esigenze di assolvimento di compiti e funzioni che devono essere svolti dentro e fuori le sedi scolastiche, che tra l’altro non sono uniche, per le relazioni territoriali finalizzate alla realizzazione delle attività collaborative previste dal DPR 275/99.

Ovviamente valutiamo positivamente l’esclusione dei docenti dagli obblighi di registrazione della presenza, ritenendo l’orario di servizio dei docenti assolutamente coincidente con l’attività di insegnamento in classe e quindi non attestabile dalla semplice presenza in servizio.

Ci stupisce poi l’assoluto silenzio del Miur sulla questione, dal momento che una minima conoscenza del funzionamento delle scuole avrebbe evitato il grossolano errore in cui è incorso il legislatore.

Tra l’altro ci incuriosisce conoscere la spesa necessaria per attrezzare le quasi 60000 sedi scolastiche con le attrezzature necessarie per applicare le nuove disposizioni, senza parlare delle misure di protezione dei dati personali e biologici che confluiranno in banche dati prossime a creare i presupposti di una schedatura di massa del personale della scuola.

Rivendichiamo la prevalenza del contratto sulla legge nelle materie che regolano il rapporto di lavoro e chiediamo un urgente incontro al Miur per bloccare l’approvazione delle nuove norme sul controllo della presenza dei dirigenti scolastici e del personale ATA.

 

 

 

Si è svolto al Miur il preannunciato incontro del Ministro Bussetti con le OO.SS

convocate per discutere sulle problematiche del Comparto Istruzione e Ricerca e,

in particolare, sulle quattro emergenze rappresentate dallo Snals-Confsal e

dagli altri sindacati:

 

rinnovo contratto,  precariato,  personale ATA, regionalizzazione della scuola.

 

Lo Snals-Confsal, presente con una delegazione guidata dal Segretario Generale,

Elvira Serafini,  ha sottolineato l’urgenza di  risposte concrete ed improrogabili

che al momento il Ministro non ha dato, riservandosi di rappresentare le suddette

problematiche al prossimo Consiglio dei Ministri.

Lo Snals-Confsal, pur valutando positivamente l’apertura al dialogo del Ministro,

conferma,

in assenza di risposte urgenti e concrete, lo stato di agitazione della categoria