Discorso di fine anno scolastico 2021/2022 del ministro dell’istruzione
Ieri il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi è stato a Bergamo, all’Istituto “Giulio Natta”, per la chiusura dell’anno scolastico 2021/2022 e per l’occasione ha tenuto un discorso .che si può riascoltare nella versione integrale collegandosi a youtube .Qui di seguito ne riportiamo alcuni punti :
Le parole del ministro: “L’inno di Mameli ci ricorda i doveri che abbiamo nei confronti del nostro Paese. Bergamo è una città che, negli ultimi anni, ha sofferto molto. Siamo ripartiti, siamo ripartiti dalla scuola. La scuola è ripartita, la scuola è il battito della comunità. Al Ministero stiamo lavorando con tutte le nostre forze e con tutte le scuole per disegnare una nuova prospettiva di crescita. Vogliamo una scuola innovativa, accogliente e affettuosa, cioè capace di mettere al centro le persone. La scuola non si è mai fermata, nemmeno nei mesi più difficili”.
E ancora: “La scuola deve formare cittadini responsabili e consapevoli dei propri diritti e doveri e facendo questo li prepara anche al loro futuro lavorativo. Entro la fine dell’anno realizzeremo tre riforme fondamentali per combattere la dispersione scolastica e l’alto numero di Neet nel nostro Paese. Ci sarà la riforma dell’istruzione tecnica e professionale, ci sarà quella degli istituti tecnici superiori che hanno un fortissimo radicamento con il tessuto produttivo, ma sono ancora poco conosciuti. Infine ci sarà anche la riforma dell’orientamento per accompagnare ragazze e ragazzi nel proprio percorso”.
E poi: “Siamo un Paese strano, sempre pronti a criticarci ferocemente . La mascherina non è un’imposizione ma un atto di rispetto reciproco. La democrazia c’è non quando io ho un diritto ma quando sono sicuro che il mio vicino, che non conosco, goda del mio stesso diritto”. la mascherina è un atto di rispetto reciproco e si toglierà quando riterremo che il nostro vicino sarà al sicuro. Stiamo immediatamente pensando all’avvio del nuovo anno, che non sarà facile ma l’affronteremo insieme”.
E ancora “Dopo la sofferenza siamo ripartiti e siamo ripartiti insieme dalla scuola. Quando la scuola si ferma, la comunità è perduta. Siamo tornati diversi, siamo più consci nell’uso delle tecnologie. Salutiamo tutti gli studenti d’Italia, tutti gli insegnanti, il personale. Abbiamo ritrovato il piacere di essere a scuola. Mi sono chiesto più volte : ma in epoca di internet e di whikipedia ,quando basta schiacciare un bottone per avere risposte c’è ancora spazio per la scuola?e mi sono risposto: C’è più spazio di prima. perché, a volte, liberati dalle necessità di informazioni, la scuola torna ad essere un grande luogo di formazione della comunità. La mia idea è che la scuola debba essere aperta, inclusiva e affettuosa. “Una scuola aperta “è quella che non ha paura di confrontarsi e di affrontare grandi temi. Questa è la scuola per cui stiamo lavorando”.
Gli insegnanti sono il punto di riferimento, quello che i ragazzi si ricorderanno nel tempo .
Bianchi ha poi rivolto un pensiero all’Ucraina: “È stato un anno scolastico difficile ma durante il quale abbiamo saputo dimostrare di essere un Paese accogliente. Sono arrivati da noi più di 27.000 ragazzi ucraini e oggi il nostro pensiero va tutto a quel Paese. Tacito diceva: ‘Hanno fatto un deserto e la chiamano pace’. La pace è pace non è il risultato della guerra. E questo è il mandato principale che oggi abbiamo nelle nostre scuole”, ha concluso.