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L’anno scolastico che verrà…..

Riceviamo e pubblichiamo una riflessione del segretario regionale Snals
per la Puglia e per la provincia di Bari-Bat prof. Vito Masciale
sul prossimo anno scolastico:

L’anno scolastico che verrà
Si è vero è passato solo un mese o poco più dalla fine dell’attività didattica
e nell’immaginario collettivo del Paese, il mondo scuola è tutto al mare o
in montagna a godersi le vacanze. Certo per molti sarà così ma non per tutti:
ad es. non è così per i docenti che dovrebbero sostenere la prova orale
del concorso straordinario bis per i quali è prevista l’assunzione a
settembre previsione che in alcuni casi non si realizzerà perché ad
oggi non sono ancora state costituite le commissioni che dovranno esaminare.
Non sarà così per il mondo sindacale della scuola che porta avanti una
complessa trattativa sul rinnovo del contratto e che riflette sulle
nuove forme di protesta da attuare a settembre contro il DM 36 ora L. 79
e su aspetti pratici del prossimo anno scolastico che non trovano risposte
da parte del ministro.
Al ministero su alcuni argomenti hanno ormai esperienza biennale ma,
nonostante ciò, il protocollo di sicurezza ossia lo strumento che
riporta le linee guida per la ripresa dell’attività didattica risulta assente.
Nel 2020 il protocollo fu siglato il 6 agosto, nel 2021 il 14 agosto e per il 2022…?
Ma guardiamo nel dettaglio cosa dovrebbe regolamentare il protocollo.
Ovviamente norme di sicurezza sanitaria ma con il venir meno dello stato di emergenza
non esiste più un comitato tecnico scientifico di riferimento e quindi le decisioni
devono essere prese di concerto fra il ministero dell’istruzione e quello della
salute con un quadro epidemiologico in continua evoluzione.
Eppure, i temi sono sempre quelli: gli impianti di aerazione, gli spazi,
l’organico aggiuntivo, il trasporto scolastico e il numero delle aule.
Le aule: negli ultimi due anni per rispettare il distanziamento, obbligatorio
prima e volontario poi, nelle scuole sono stati sacrificati laboratori, palestre,
auditorium per dividere in due le classi. Ma in questo periodo non solo
non si è fatto nulla per realizzare nuove aule tantomeno è stato modificato
il decreto che indica i minimi e i massimi consentiti di presenze in aula,
al punto che le classi “pollaio” non scompariranno. Le 212 scuole nuove con
i fondi del PNRR sono una goccia nel mare delle 42mila scuole esistenti in Italia.
In questi tre anni sono state create soltanto 3 mila aule in più rispetto alle 100 mila
che necessitavano per garantire la sicurezza in ambiente chiusi.
Il ministero non ha fatto niente in questi anni per ventilare le aule o raddoppiare
gli spazi: il primo anno ha disposto la didattica in presenza al 50%,
il secondo anno ha messo l’obbligo vaccinale per il personale e discriminato gli studenti.

Personale Covid – Sembra destinato a scomparire anche il cosiddetto contingente Covid
in servizio fino al 30 giugno scorso. Con la fine dello stato di emergenza non ci
sarebbe stata più alcuna possibilità di avere in più ventimila docenti e trentamila
fra collaboratori e addetti alla segreteria che perderanno il posto di lavoro.
Personale che è stato l’unico strumento utilizzato per tornare alla didattica in presenza.

Impianti di aerazione. Entro il 20 marzo 2022 uno specifico decreto del presidente
del Consiglio dei ministri (su proposta del ministro della Salute e di concerto
con il ministro dell’Istruzione) avrebbe dovuto definire da un lato le linee guida
sulle specifiche tecniche in merito all’adozione di dispositivi mobili
di purificazione e impianti fissi di aerazione, dall’altro gli standard
minimi di qualità dell’aria negli ambienti scolastici e confinati degli stessi edifici.
Ma non se n’è fatto nulla.
Dove sono stati installati, gli impianti in alcuni casi sono serviti,
anche se – dice l’immunologa Antonella Viola, “bisognerebbe aggiornare gli studi
sulla base dell’attuale variante” di Sars-CoV-2. l’Istituto superiore di sanità
ha tutto pronto e attende il via libera dai ministeri”. In assenza di questo nullaosta
e dei fondi, enti locali e scuole non possono adeguarsi. L’ultima variante si diffonde,
sebbene con sintomatologia meno virulenta, 16 volte di più di quelle precedenti.
In classi con più di 15 alunni non ben areate farebbe una mattanza…
Neanche il tempo di riaprirle con questo numero di contagi che si sarebbe
costretti a chiuderle subito.

Ultimo aspetto dolente, i dispositivi di protezione: se saranno ancora obbligatori
servirà acquistarli in tempo per fornirli a maestri e professori, e sapere
se negli istituti arriveranno ancora dallo Stato le mascherine chirurgiche o le Ffp2,
se dovessimo tornare a indossare i dispositivi di prevenzione a scuola (e non solo),
dovranno essere Ffp2 e non chirurgiche dicono i virologi.
Concludendo:
E’ il momento di pensare a dotarsi di un piano di interventi e di risorse
per far partire il nuovo anno scolastico.
Il sistema scolastico ha già dato prova di flessibilità e resilienza, ha fatto
sempre il proprio dovere ma è stremato e ciò impone di pensare agli interventi
a supporto, opportuni, oggi e non domani.

Segretario Regionale SNALS-Puglia
Vito Masciale