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BRUNO (SINDACA DI ANDRIA): “REGIONE RIVEDA LA DELIBERA. LONTANA DALLA VOLONTÀ DELL’AMMINISTRAZIONE”

 

“L’assessore Leo (Istruzione, Formazione, Lavoro ndr) riveda le decisioni sul dimensionamento assunte con la delibera di giunta regionale n. 1891 del 30 dicembre scorso con cui si tagliano 18 autonomie scolastiche nella nostra regione per il prossimo anno scolastico. In particolare, chiedo che si faccia un passo indietro sull’accorpamento che interessa gli Istituti Comprensivi “Verdi-Cafaro” e “Cotugno”. Un caso che oggi è stato posto all’attenzione dello Snals per le gravi irregolarità nelle procedure di consultazione degli enti territoriali e delle scuole, culminato in una decisione d’imperio della Regione, basata, forse, su equilibrismi politici. Avevamo già espresso parere contrario ad interventi sul primo ciclo. Ribadiamo per l’ennesima volta questa posizione, rincarando la dose alla luce dei nuovi elementi emersi da confronto con l’Amministrazione comunale di Andria.” È la posizione del segretario regionale di Snals/Confsal Puglia, Vito Masciale, sul caso che in queste ore sta agitando la comunità scolastica della città della BAT.

“Secondo la delibera di Giunta regionale approvata a fine dicembre, – spiega il sindacalista – il punto di erogazione di scuola dell’infanzia “Carella” sarà scorporato dall’IC “Verdi-Cafaro” per essere accorpato all’IC “Cotugno”. Peccato che non vi sia alcuna delibera comunale del 2024 che dia parere favorevole all’operazione. Ad esprimere parere favorevole, per ovvi motivi, solo l’istituto accorpante, mentre l’IC “Verdi-Cafaro” esprime forte ed assoluto dissenso nei confronti di ogni proposta tendente a disgregare l’attuale assetto organizzativo. Arriva, quindi, la Provincia, che approva l’accorpamento senza averne le competenze. Il Comune viene totalmente ignorato. La decisione va riconsiderata. Anche l’Ufficio Scolastico Regionale ritiene che l’attuale assetto sia equilibrato. Perché cambiarlo? Soprattutto, mi chiedo, perché con queste modalità?”

“Il caso di Andria è l’ennesima dimostrazione che il dimensionamento scolastico, così concepito come da L 197/2022 è un disastro per la scuola. – conclude Masciale – Sollecito l’assessore Leo a rivedere il Piano tutto, congelando quello approvato, e facendo ricorso al Tar, come stanno facendo Toscana ed Emilia Romagna. Il dl n.1 16 gennaio 2015, con il quale il Governo ha modificato la disciplina in materia di riorganizzazione del sistemo scolastico, fornisce una buona occasione per ripensare il dimensionamento. Sottolineo, però, che il deceto contiene un principio che non ci piace per niente: premia gli obbedienti, perché introduce benefici per le Regioni che approvano il Piano di dimensionamento senza fare storie. Sui tagli scellerati alla scuola pubblica noi non potremo mai obbedire e chiedo a Leo di fare altrettanto.”

L’IC “Verdi-Cafaro” di Andria ha convocato per il 28 gennaio, alle 17:30, un consiglio d’Istituto monotematico aperto alla cittadinanza.

“La delibera regionale va in una direzione completamente differente da quelle che sono state le determinazioni dell’Amministrazione comunale – chiarisce la sindaca di Andria, Giovanna Bruno – determinazioni che sono state il frutto ancora una volta di un’ampia discussione con i dirigenti scolastici, con le parti sindacali, all’esito della quale si era deciso a maggioranza di lasciare inalterato il piano di dimensionamento che l’anno scorso ci è costato un lavoro di non poco conto. Alla Regione ho chiesto immediatamente di rivedere questa delibera perché non risponde a quelle che sono le esigenze attuali della comunità scolastica e tra l’altro lo scorporo della scuola dell’infanzia “Carella” per essere accorpata al nuovo Istituto Comprensivo “Cotugno” non è dettato da nessuna richiesta particolare, né dagli uffici scolastici provinciali e regionali né dalle linee regionali stesse sul dimensionamento, perché la reggenza dell’Istituto Cutugno non è in discussione dal punto di vista numerico circa il numero di alunni frequentanti.

Ho anche sollecitato la Provincia, che, in maniera assolutamente forzata, ha inteso dare un parere senza alcuna condivisione e comunicazione con il Comune e, soprattutto, senza nessuna competenza specifica; tanto più che quest’anno la Regione si era orientata sulla valutazione del dimensionamento che riguardava essenzialmente il secondo ciclo, mentre per il primo ciclo, almeno Andria, già l’anno scorso aveva abbondantemente fatto il suo.

Auspico che la Regione voglia rivedere la delibera, così come è successo l’anno scorso: la Regione deliberò in un modo a fine anno e poi nei giorni successivi ebbe a modificare la sua stessa delibera, accogliendo quelle che erano state le istanze mosse dal comune di Andria – conclude la sindaca – Mi auguro che anche quest’anno si vada in questa direzione».

 

 

“Con una serie di artifici retorici, per altro mal riusciti, l’assessore Leo sposta il focus del problema per non entrare nel merito dei rilievi che gli sono stati posti. Ritengo doveroso, a questo punto fare delle precisazioni anche a beneficio dei lettori e dei lavoratori della scuola

È la risposta del segretario regionale di Snals/Confsal Puglia, Vito Masciale, alle affermazioni dell’assessore all’Istruzione, Formazione e Lavoro, Sebastiano Leo, contenute nell’intervista rilasciata nei giorni scorsi al quotidiano “L’Edicola” sul Piano di dimensionamento scolastico 2025/26 appena approvato dalla giunta Emiliano.

“Le proteste di chi in questo momento non approva le decisioni assunte sbagliano destinatario perché dovrebbero essere rivolte a chi ci ha costretto ad assumerle (il Governo n.d.r.)”, dice Leo, sottolineando che nel 2023 la Puglia aveva presentato ricorso al Tar Lazio sul dimensionamento, perdendolo.

“Ad ognuno le sue responsabilità – precisa il segretario  Masciale -. Nessuno ha mai accusato la Regione per il dimensionamento, voluto da una legge nazionale, sebbene dopo il ricorso al Tar si sarebbe potuto fare appello al Consiglio di Stato. Ciò che si contesta è il modo in cui la Puglia ha poi attuato la norma: lo scorso anno gravando quasi esclusivamente sul primo ciclo e quest’anno superando pericolosamente il livello di guardia sui numeri della popolazione scolastica con istituti sovradimensionati.

C’era, inoltre, una questione rimasta in sospeso: a luglio Leo ha dichiarato ad un organo di stampa che, secondo i suoi tecnici, i conteggi del MIM sul numero di autonomie da ridurre per la Puglia erano sbagliati e ha detto di averlo segnalato al ministero. L’errore potrebbe esserci, dal momento che il decreto interministeriale n.127 del 30 giugno 2023 definisce su base triennale i criteri per il contingente organico di DS e DSGA in base al parametro della popolazione scolastica regionale e questo calcolo è basato su proiezioni che, di anno in anno, possono essere smentite dal numero delle effettive iscrizioni alle scuole. Cosa ne è stato di quella segnalazione? Ho posto il quesito all’ultimo tavolo di confronto ma la risposta dell’assessore è stata evasiva. Ho l’impressione che Leo non voglia rogne con Valditara. Sembra che la Regione Puglia, al contrario di altre, abbia smesso di fare pressing per ottenere una riduzione dei tagli alle scuole. Lo spauracchio del commissariamento, procedura a cui vanno incontro le regioni che non approvano il Piano di dimensionamento nei tempi previsti dalla L. 197/2022, non funziona. Solo i profani non sanno che, presumibilmente, il commissario ad acta nominato da Roma sarebbe il DG dell’Ufficio Scolastico Regionale e, quindi, non certamente uno che non conosce le esigenze del territorio (come sostenuto dall’assessore). Scegliere di non approvare il Piano e farsi commissariare è un atto squisitamente politico.”

“Faccio presente, inoltre, che ci sono soluzioni più soft e sono quelle adottate da Emilia Romagna e Toscana. L’Emilia Romagna non procederà agli accorpamenti previsti dalla riforma del dimensionamento scolastico voluta dal Governo, perché basata su conteggi da parte del MIM che non corrispondono ai numeri reali di studenti e studentesse frequentanti gli istituti. Preso atto della discordanza tra previsioni ministeriali e dati effettivi, la Giunta guidata da Michele de Pascale ha deciso, in via cautelativa, su proposta dell’assessore competente, di sospendere gli accorpamenti. La Toscana, invece, ha approvato il Piano per il prossimo anno scolastico ma l’ha congelato, presentando ricorso al Tar per il riconteggio.”

Il segretario Masciale  conclude con un’istanza diretta all’assessore Leo: “Lo Snals/Confsal Puglia chiede di avere contezza della correttezza dei numeri ministeriali e della verifica degli stessi da parte della Regione. Ogni autonomia persa comporta la riduzione di un posto di lavoro da DS e uno da DSGA, oltre che la perdita indiretta di diversi posti di collaboratore scolastico.”

 

“I tagli alle autonomie scolastiche non sono mai un bene, comunque vengano attuati. A maggior ragione, non sono un bene, anzi sono un danno enorme, se producono, attraverso la fusione di due o più scuole, mega istituti di oltre 1.200 alunni. È quanto sta accadendo in Puglia, ancora una volta. Il Piano di dimensionamento regionale per l’anno scolastico 2025-26 taglia 18 autonomie sul territorio regionale, generando almeno quattro istituti che sfiorano i 1.500 alunni. Tali scuole saranno decisamente sovradimensionate rispetto alle necessità di sorveglianza e sicurezza che vanno garantite, soprattutto nel primo ciclo, dove la giovane età degli studenti impone attenzioni maggiori. Oltre i 1.200 alunni le scuole non hanno diritto ad unità aggiuntive in termini di collaboratori scolastici e sono proprio loro che hanno funzioni di sorveglianza nelle scuole.”

Così si è espresso il segretario di Snals/Confsal Puglia, Vito Masciale, sul Piano di dimensionamento scolastico 2025-26, proposto dall’assessorato all’Istruzione, Formazione, Lavoro e approvato dalla giunta Emiliano il 30 dicembre scorso. A preoccupare il sindacalista, oltre alla sicurezza all’interno degli istituti, anche la possibile perdita di posti di lavoro. Con la riduzione di ciascuna autonomia, infatti, si perde un posto da DS, un posto da DSGA e, nel caso di istituti sopra i 1.200 alunni, anche diversi posti di collaboratore scolastico. “Non mi convincono del tutto le rassicurazioni del direttore Silipo (Ufficio Scolastico Regionale della Puglia n.d.r.), che ha detto che, nell’anno scolastico in corso, nonostante il dimensionamento, l’organico ATA delle scuole pugliesi è rimasto uguale a quello del precedente. Questo dato è da approfondire ma quel che è certo è che non vi sono garanzie per il futuro. Il DPR 119/2009 parla chiaro e la riduzione del numero di posti ATA di 2.174 unità, in un primo momento prevista in manovra economica già dal prossimo anno, è solo rimandata al successivo.”

Secondo Masciale, il dimensionamento scolastico “è un fallimento per tutti gli attori coinvolti. Per il Governo nazionale, in primis, che nella legge di bilancio 2023 ha inserito una norma attuativa del PNRR che comporta una ulteriore revisione dei criteri per l’attribuzione delle autonomie scolastiche su base regionale, portando a 900 iscritti il coefficiente minimo per avere l’autonomia. È un fallimento per la politica regionale: spesso i processi di dimensionamento hanno risposto più a logiche di politica locale che all’obiettivo di migliorare il servizio, dando luogo ad accorpamenti non di rado poco funzionale. Infine, il fallimento è pure dei sindacati, che sono stati sentiti ma solo di rado ascoltati.”), che ha detto che, nell’anno scolastico in corso, nonostante il dimensionamento, l’organico ATA delle scuole pugliesi è rimasto uguale a quello del precedente. Questo dato è da approfondire ma quel che è certo è che non vi sono garanzie per il futuro. Il DPR 119/2009 parla chiaro e la riduzione del numero di posti ATA di 2.174 unità, in un primo momento prevista in manovra economica già dal prossimo anno, è solo rimandata al successivo.”

Secondo Masciale, il dimensionamento scolastico “è un fallimento per tutti gli attori coinvolti. Per il Governo nazionale, in primis, che nella legge di bilancio 2023 ha inserito una norma attuativa del PNRR che comporta una ulteriore revisione dei criteri per l’attribuzione delle autonomie scolastiche su base regionale, portando a 900 iscritti il coefficiente minimo per avere l’autonomia. È un fallimento per la politica regionale: spesso i processi di dimensionamento hanno risposto più a logiche di politica locale che all’obiettivo di migliorare il servizio, dando luogo ad accorpamenti non di rado poco funzionale. Infine, il fallimento è pure dei sindacati, che sono stati sentiti ma solo di rado ascoltati.”

Vito Masciale

 

 

“Se queste sono le regole per ridisegnare la rete regionale delle scuola, lo Snals Puglia non ci sta. Oggi la Giunta, approvando le Linee di indirizzo per il dimensionamento 2025/26, ha dato il via alla prossima battaglia sindacale d’autunno per la sopravvivenza della scuola pubblica di qualità e nel rispetto del dettato costituzionale.” Lo Snals Puglia è pronto ed ha le idee ben chiare, più volte espresse dal segretario regionale, Vito Masciale, all’assessore all’Istruzione, Formazione e Lavoro, Sebastiano Leo, e ribadite dopo l’ok al documento, già contestato dalle sigle della scuola.

“Basta con tagli e dimensionamenti nel primo ciclo dell’istruzione”: è stata la richiesta esplicita fatta dal sindacalista in occasione dell’ultimo tavolo di confronto, ma “il testo approvato oggi dalla Giunta non è rassicurante da questo punto di vista. Se, infatti, dice che le possibilità di accorpamento cominceranno dalle scuole del secondo ciclo, non esclude affatto di toccare il primo con altri tagli alle autonomie. Le diciotto autonomie che la Puglia perderà nell’anno scolastico 2025/26 devono insistere solo sul secondo ciclo, a meno di proposte provenienti dalle scuole del primo ciclo interessate ad eventuali fusioni. Lo Snals ritiene fondamentale il ruolo dei tavoli tecnici previsti, anche con gli enti locali. I tempi indicati nel documento che oggi ha avuto l’ok dalla Giunta sono abbastanza stretti.” Lo Snals vigilerà e farà da pungolo in tutte le sedi perché il tempo a disposizione sia impegnato fino all’ultimo secondo per cercare le soluzioni migliori per la scuola pugliese,fermo restando che siamo contrari a qualunque forma di dimensionamento.“, conclude il segretario Masciale

Vito Masciale

DIMENSIONAMENTO, MASCIALE (SNALS/CONFSAL PUGLIA): “CONTRARI AI TAGLI SULLE AUTONOMIE. REGIONE NON CEDA A RICATTI.”

 

Nell’anno scolastico 2025/26 la provincia di Bari e quella di Foggia perderanno quattro autonomie scolastiche ciascuna, tre Lecce e Taranto, due Brindisi e BAT. Al momento, non vi è alcuna rassicurazione tangibile da parte della Regione Puglia sulla volontà di risparmiare da nuovi tagli il primo ciclo di istruzione, già pesantemente provato dal Piano di dimensionamento scolastico 2024/25. Sarò ripetitivo, forse, ma voglio ricordare all’assessore Leo che lo scorso anno abbiamo tollerato soluzioni indigeste, che secondo Snals mettevano a repentaglio persino la sicurezza delle scuole, a fronte di un preciso impegno per il futuro: bilanciare gli interventi sulla rete scolastica pugliese per gli anni a venire. L’ obiettivo è   garantire equilibrio tra ordini di scuole e parità di trattamento per i territori. Non ci sembra si vada in questa direzione.” È il commento del segretario regionale di Snals/Confsal Puglia, Vito Masciale, alle novità emerse nell’incontro di ieri pomeriggio tra organizzazioni sindacali e assessore all’istruzione, Formazione e Lavoro, Sebastiano Leo, sulle linee di indirizzo per il dimensionamento scolastico 2025/26.

“Snals chiede maggiore chiarezza sulle Linee di indirizzo e di ricevere il 21 settembre, non un giorno dopo, le risultanze dei tavoli tecnici provinciali. – ribadisce il sindacalista – Questa volta non accetteremo un “no” da parte della Città Metropolitana di Bari, che l’anno scorso si rifiutò persino di presentare proposte di dimensionamento per il secondo ciclo (di cui è competente, ndr). Il consigliere Bronzini minacciò le dimissioni, se fosse stato costretto a piegarsi alle richieste dei sindacati. Leo, questo lo comprendo, allora agì da mediatore, chiedendoci un sacrificio. Questa volta, però, Regione non ceda a ricatti. Gli enti territoriali devono limitarsi a fare proposte, non a dettare legge.”

Sono molti gli aspetti del dimensionamento che preoccupano lo Snals. In primis, c’è la salvaguardia dei posti di lavoro perché “è vero che non chiudono plessi, ma questo non vuol dire niente. I tagli alle autonomie sono tagli occupazionali e qualunque considerazione ministeriale su risparmi veri o presunti non li giustifica. Dietro i numeri ci sono persone, scuole.” C’è poi la difficoltà di gestire, anche da un punto di vista amministrativo, mega-istituti da 1600 o 1800 alunni. Infine, ma non ultima, la questione sicurezza perché agli istituti nati dagli accorpamenti non viene garantito un numero adeguato di collaboratori scolastici e sono proprio questi i responsabili della vigilanza. Sono loro, cioè, che filtrano ingressi ed uscite nelle scuole.

 

Vito Masciale

 

“Nell’anno scolastico 2025/26 spariranno diciotto autonomie scolastiche in Puglia: 10 del secondo ciclo di istruzione e otto del primo ciclo. Questo non era assolutamente nei patti. A dicembre, prima della delibera di Giunta che rendeva esecutivi i pesanti tagli sul primo ciclo per l’as 2024/25, Regione e Città Metropolitana avevano assicurato che per il successivo anno elementari e medie non sarebbero stati aggetto di dimensionamento. Ieri l’amara sorpresa: anche questa volta si pensa di toccare un segmento della filiera istruzione delicato e già fortemente provato, facendosi scudo dietro il principio di verticalizzazione.”

Così il segretario regionale di Snals/Confsal Puglia, Vito Masciale, all’indomani del primo tavolo di confronto tra Regione, Ufficio Scolastico e sindacati sulle linee di indirizzo contenenti i criteri per la definizione del piano di dimensionamento scolastico 2025/26.

“Sì ad altre verticalizzazioni sul primo ciclo solo se sono gli istituti scolastici a chiederlo. Diversamente, il primo ciclo non va toccato. Invitiamo la Regione a chiedere con sollecitudine alle province e alla Città Metropolitana di Bari, che hanno competenza sul secondo ciclo, a fornire le loro proposte di dimensionamento. I tempi sono abbastanza stretti.”

Secondo il documento diffuso da Regione ai sindacati, istituzioni scolastiche, Comuni, province e Città Metropolitana di Bari hanno tempo fino al 30 settembre per presentare le loro proposte di dimensionamento.

“Praticamente domani. – sottolinea Masciale – L’anno scorso Città Metropolitana lamentò di non essere stata coinvolta per tempo. Vogliamo dare il pretesto per usare la stessa motivazione e arrivare al 30 novembre (data in cui la Giunta regionale deve approvare il Piano di dimensionamento as 2025/26 ndr) con una soluzione non condivisa dai sindacati?”

“Qualcuno non ha capito che la scuola va maneggiata con cura, salvaguardando livelli occupazionali, sicurezza, gestibilità e qualità della didattica. Snals non derogherà a quanto espresso nella riunione di ieri.”, conclude il sindacalista.

 

“I nodi stanno già venendo al pettine. Le problematiche del Piano di dimensionamento scolastico approvato da Regione Puglia per il 2024/25 stanno emergendo ancor prima che la rete scolastica subisca fattivamente il nuovo assetto. Era inevitabile perché, come abbiamo più volte detto, l’iter che ha portato il documento in Giunta ha saltato passaggi fondamentali della concertazione, invertendone l’ordine in taluni casi e, in altri, rendendoli puramente formali. In sostanza, ad agosto scorso è stato diffuso un Piano già blindato su cui sindacati, enti locali, organi collegiali delle istituzioni scolastiche hanno potuto incidere ben poco. Era stato già deciso, contro ogni logica, che la riorganizzazione dovesse riguardare solo il primo ciclo di istruzione e a nulla sono valsi i rilievi delle OOSS sul fatto che questo avrebbe compromesso il corretto funzionamento delle scuole e fatto saltare centinaia di posti di lavoro di collaboratori scolastici e assistenti amministrativi. In questi mesi l’assessore ci ha sentito ma sicuramente non ci ha ascoltato. Parteciperemo all’incontro di lunedì 15 per senso del dovere, ma non mi aspetto grosse novità.” Così il segretario regionale di Snals/Confsal Puglia, Vito Masciale, accoglie la convocazione per una riunione con le sigle del comparto scuola da parte dell’assessore all’Istruzione, Formazione, Lavoro, Sebastiano Leo.

“La convocazione giunge fuori tempo utile; tuttavia, come si dice, la speranza è l’ultima a morire – precisa il sindacalista – La settimana scorsa avevamo chiesto un incontro a stretto giro. L’assessore ci risponde cinque giorni dopo e dopo aver deliberato per la seconda volta sul Piano.” Il decreto legge 215, cosiddetto Milleproroghe, entrato in vigore il 31 dicembre, aveva, tra le altre cose, posticipato al 5 gennaio 2024 il termine entro il quale le Regioni avrebbero potuto rivedere il Piano di dimensionamento per il 2024/25. Ed è proprio quella la finestra temporale che, secondo Snals Puglia e gli altri sindacati, si sarebbe dovuta sfruttare per provare a riprendere il confronto. Proprio il 5 gennaio, invece, la Giunta regionale pugliese si è riunita per apportare modifiche al piano senza sentire le sigle.

“Snals chiede che vengano garantiti i posti di lavoro a rischio tagli e spero, lunedì, di sentirmi dire da Leo che  ha trovato il modo per fare questo e per mantenere alto il livello di sicurezza nelle scuole interessate dal dimensionamento.”, conclude Masciale.

Mercoledì, intanto, si sono chiuse le aree SIDI (il programma della gestione della segreteria) per modificare i codici meccanografici delle scuole. Questo vuol dire che gli accorpamenti sono ormai definitivi.

 

Vito Masciale

 

“Dal punto di vista dello Snals, le variazioni sul dimensionamento introdotti dal MIlleproroghe sono una vittoria di Pirro (e per giunta temporanea).”

È il commento del segretario regionale di Snals/COnfsal Puglia ai contenuti sul dimensionamento scolastico inseriti nella bozza del MIlleproroghe che oggi arriva in Consiglio dei Ministri. L’articolo cinque del Decreto (“Proroga di termini in materia di istruzione e merito) differisce al 5 gennaio 2024 il termine entro il quale le Regioni devono presentare il Piano di dimensionamento scolastico e, per il solo 2024/2025 incrementa del 2,5% il numero delle autonomia attivabili sul territorio rispetto al numero originariamente assegnato dal decreto interministeriale 127/2023.

“In Puglia – spiega Masciale –  le autonomie saranno 583 e non 569 come inizialmente prospettato. Sottolineo che saranno comunque 44 autonomie in meno rispetto all’anno scolastico in corso e non è chiaro se ciò che ci stanno dando in più per il 2024/25 dovrà essere recuperato nel 2025/26. Non possiamo essere felici di questo contentino, visto che il problema è solo rimandato.” “Siamo contrari ai tagli e ai ragionamenti ragionieristici sulla scuola. Ci ritroviamo, invece, puntualmente a dover usare la calcolatrice per stimare perdite di posti di lavoro. Al Governo chiediamo che vengano riviste le regole per la definizione degli organici ATA degli Istituti. Solo così si può contenere il numero dei collaboratori scolastici e amministrativi che verranno meno con il Piano che Regione Puglia si appresta ad approvare senza il consenso della maggior parte dei sindacati della scuola. All’assessore Leo chiediamo di utilizzare tutto il tempo possibile, fino all’ultimo secondo, per rivedere e riequilibrare il progetto di dimensionamento della rete scolastica pugliese.  Nasce già viziato in origine perché grava tutto sul primo ciclo di istruzione.”

Il testo del Milleproroghe non consente nuove assunzioni o trasferimenti in ragione dell’assegnazione temporanea di ulteriori 14 autonomie alla Puglia ma concede ulteriori posizioni di esonero o semi-esonero dall’insegnamento per i docenti che costituiranno un supporto per i dirigenti che hanno scuole in reggenza.

“In base alla nuova configurazione, rimangono in Puglia 12 istituti comprensivi con più di 1.200 alunni. Troppi  perché Snals/Confsal possa dare l’ok al Piano di dimensionamento

 

 

Criticità nel Dimensionamento: Il Governo si Esprime, ma in Puglia la Situazione si Aggrava
Il Governo italiano sta estendendo ulteriormente i termini per il dimensionamento delle scuole in Puglia, riducendo il numero previsto di autonomie dal prossimo anno scolastico da 58 a 44. Anche se questo significa 14 autonomie in meno, ci sarebbero comunque 27 scuole con oltre 1.400 alunni, mantenendo un numero considerevole nonostante la riduzione.
Tuttavia, questo intervento non risolverebbe il problema in 13 scuole, soprattutto nel secondo ciclo d’istruzione. Nonostante le assicurazioni dell’assessorato regionale all’istruzione, sembra che qualcosa non sia andato come previsto.
Una disposizione del testo di proroga in materia di pubbliche amministrazioni permetterebbe alle Regioni, entro il 5 gennaio 2024 e per il solo anno scolastico 2024/2025, di mantenere fino al 2,5% delle sedi di presidenza che sarebbero state chiuse in base alle decisioni prese riguardo al dimensionamento. Tuttavia, queste sedi non sarebbero coinvolte in trasferimenti né in nuove assunzioni.
Questa decisione non sembra essere di grande aiuto per la regione, che ha affrontato fin da agosto un numero considerevole di scuole sovradimensionate, alcune con persino 1800 alunni, tutte nel primo ciclo d’istruzione. La decisione precoce dell’assessorato regionale ha portato a uno stallo, con proroghe, ricorsi e conferenze di servizi inter istituzionali, senza produrre risultati concreti per le scuole in Puglia.

Ieri pomeriggio si è conclusa con un nulla di fatto l’ennesima riunione fra i rappresentanti dei sindacati scuola e i rappresentanti dell’assessorato all’istruzione della Regione Puglia. Purtroppo l’assessorato che fa capo a  Sebastiano Leo non ha recepito le richieste dei sindacati che hanno espresso i validi motivi del loro dissenso in un comunicato unitario . Di seguito il testo del comunicato :

“DIMENSIONAMENTO SCOLASTICO: SE LA MEDIA REGIONALE PUGLIESE DA OSSERVARE SARA’ DI 961 ALUNNI PER SCUOLA, COME MAI IN REGIONE SI AVRANNO ISTITUTI DA 1.800 ALUNNI E IN COMUNI MEDIO-GRANDI UNA SOLA SCUOLA?”

Talvolta la matematica è un’opinione se lasciata a calcoli ragionieristici, così come si vorrebbe trattare la scuola pugliese. Il Piano taglia dal prossimo anno scolastico in Puglia 58  autonomie,  gravando  quasi  esclusivamente sul  primo  ciclo di  istruzione con  la creazione di mega istituti comprensivi (infanzia, primaria, scuole media) ben al di sopra dei 961 alunni con punte anche di 1.800. Tali numeri causerebbero la perdita di centinaia di posti di lavoro del personale Collaboratore Scolastico, già ridotto ai minimi termini in quanto, le tabelle allegate al decreto interministeriale stabiliscono che superati i 1.200 alunni  nelle  scuole  del  primo  ciclo,  non  si  ha  diritto  all’organico necessario  e corrispondente di personale ATA.

Gravi, inoltre, sarebbero le ripercussioni sul tasso dispersione scolastica, sulla gestione didattica/amministrativa,  sulla  continuità  didattica,  sulla  equilibrata  distribuzione dell’offerta formativa, sulla sicurezza per l’utenza e la qualità dello studio, poiché in alcuni comuni medio-grandi la scuola sarebbe soltanto una mentre nelle zone del basso Salento e del Gargano un dirigente scolastico dovrebbe gestire, in alcuni casi, scuole con plessi distribuiti una decina di Comuni.

Stimiamo che, con il Piano predisposto da Regione Puglia, perderanno posto oltre 300 lavoratori della scuola. Estendere da subito il dimensionamento scolastico al secondo ciclo, come  il tavolo regionale aveva chiesto all’assessore all’Istruzione Formazione e Lavoro Sebastiano Leo sin dal primo incontro, avrebbe consentito di bilanciare i numeri delle scuole, di attenuare le perdite di organico, salvaguardando i livelli occupazionali dacchè sul secondo ciclo è garantita l’assegnazione di personale ATA fino alle duemila unità. Non ci paiono sufficienti a tal proposito le rassicurazioni fornite dal D.G. dell’USR Puglia  che,  nell’ultimo  incontro  tenuto  ieri,  ha  anticipato  che  i  contingenti  organico complessivi saranno mantenuti allo stesso livello di quest’anno, se il MIM non modificherà comunque le tabelle per l’assegnazione dell’organico di diritto del personale ATA, dato che nella  distribuzione  dell’organico  alle  scuole  si  partirà  da  quelle  stesse  tabelle  che prevedono il limite dei 1200 studenti per il primo ciclo.

Non si comprende il motivo per cui non sia stato chiesto tempestivamente alle province e a  Città  Metropolitana  di  Bari  di  fare  ognuno  la  propria  parte  nello  studio  del dimensionamento del secondo ciclo. Eppure era ben presente a tutti la scadenza imposta da Roma per poter licenziare il Piano. Le sigle hanno da sempre stigmatizzato il concetto stesso  di  dimensionamento,  comportando  questo  ulteriori  e  indebiti  sacrifici  per  il mondo della scuola. Ciò nonostante, hanno aperto un dialogo con Regione per provare a limitare i danni.

Le scriventi ritengono inaccettabile avallare un Piano che taglia posti di lavoro senza che sia stato esperito ogni tentativo possibile per evitarlo e si rendono disponibili fin da ora per un incontro NO STOP finalizzato a trovare insieme le giuste soluzioni evitando di creare istituti con una popolazione scolastica eccessiva.